Sulle montagne rosa delle Dolomiti — la “più bella architettura naturale al mondo” (Le Corbusier) – in Südtirol si trova un particolare museo. È dedicato alla fotografia alpina.
Il nome LUMEN Museum of Mountain Photography – il museo della fotografia alpina -, particolarmente evocativo, ci fa intendere che possiamo aspettarci sorprese e delizie visive, di una bellezza luminosa e accecante. Del resto, già il paesaggio che fa da cornice alla struttura non ci lascia indifferenti: ci troviamo infatti in alta quota, a 2265 metri a monte della funivia di Plan de Corones, in Alto Adige. Dalla sua inaugurazione il 20 Dicembre 2018, LUMEN propone un’esperienza olistica per apprezzare la fotografia alpina ma anche le tipicità di questi luoghi magici e i sapori che derivano dalla loro frequentazione. Non è un caso che proprio qui sorga il ristorante panoramico AlpiNN di Nobert Niederkoflercon che promuove il progetto gastronomico Cook the Mountain. A prendere le redini in assenza del maestro, è lo chef Fabio Curreli, attento ai prodotti a chilometro zero e quindi alla loro stagionalità.
LA LEGGENDA DEI MONTI PALLIDI
Le Dolomiti vengono anche soprannominate “Monti Pallidi”, perchè? Una leggenda vuole la sua caratteristica tonalità sia dovuta a un incantesimo… prima infatti la roccia di queste cime condivideva il colore con le Alpi. Si narra che il principe, innamoratosi della principessa della luna la portò sulla terra. Tuttavia la giovane era infelice essendo le montagne troppo scure e boscose. I nani ricamarono allora un’enorme coperta di luce lunare che si adagiò sulla superficie delle Dolomiti, donando loro quel colore rosato che le rende un unicum nel mondo.
LA TRASFORMAZIONE DELL’ANTICA CABINOVIA DI KRONPLATZ
Il museo LUMEN, esteso 1800 metri quadrati, è il risultato di una trasformazione che ha coinvolto la prima funivia in assoluto di Plan de Corones, costruta nel 1963, quando la società ferroviaria Sidbahngeselischaft aprì la linea Villach-Lienz-Franzensfeste /Fortezza, avviando il turismo locale. Il nuovo ambiente museale, che si dirama in altezza per 4 piani, è stato ideato e messo a punto dall’architettoGerhard Mahlknecht, mentre lo studio Giò Forma si è occupato dell’allestimento delle mostre permanenti.
IL PERCORSO ESPOSITIVO DI LUMEN
Si propone un’esperienza di approfondimento sulla cultura fotografica legata alle montagne: un percorso tra specchi e sdoppiamenti, maestosi paesaggi, silenzi meditativi, scorci mozzafiato sulla natura. Le sezioni espositive propongono come tematiche alpinismo, turismo, politica e spiritualità. È possibile indagare la storia dell’arte fotografica, sin dagli albori. Si parte dai processi chimici e dalle prime apparecchiature più rudimentali ma affascinanti per seguirne l’evoluzione: si arriva infatti alle ultime declinazioni digitali e al mondo dei pixel. La punta di diamante è lo Shutter. Si tratta di un grande otturatore che ricorda l’obbiettivo di una macchina fotografica ed è collocato dov’era il vecchio ingresso della funivia. Il grande occhio di vetro si apre e chiude lentamente, invitando a proiettarsi tra vette verdi o innevate, a seconda della stagione.
LE PARTICOLARITÀ DEL MUSEO LUMEN
Una delle attrazioni più interattive del museo è la Stanza degli specchi dove le immagini della montagna si susseguono e si molteplicano avvolgendo il fruitore. Divertente anche l’esperienza di realtà virtuale a cui si accede indossando appositi visori, vi sembrerà di sorvolare Plan de Corones a bordo di un elicottero. Fa invece riflettere l’installazione Kronos & Kairos: le recenti fotografie di Fabiano Ventura sono una prova oggettiva degli effetti catastrofici del cambiamento climatico con la conseguente riduzione, dovuta allo scioglimento, del volume dei ghiacciai. Il Wall of Fame è dedicato ai fratelli Bisson, Joseph Tairraz, Bernhard Johannes, Jules Beck e all’italiano Vittorio Sella, come primi fotografi alpinisti.
-Giorgia Basili
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