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Antonello da Messina: l’interprete del ritratto fiammingo in Italia

Nato a Messina intorno al 1430 , Antonello da Messina – il cui vero nome è Antonio de Antonio – è stato il maggiore interprete italiano delle caratteristiche della ritrattistica fiamminga. Secondo Vasari, sarebbe stato proprio Antonello a introdurre in Italia la tecnica dei colori ad olio .

Allievo di Colantonio a Napoli a partire dal 1442, il pittore messinese ottenne nel 1457 il suo primo incarico autonomo per la realizzazione dell’oggi perduto gonfalone di San Michele dei Gerbini a Reggio Calabria. Nel 1458 si recò nel centro Italia dove conobbe Piero della Francesca . Gli anni successivi del pittore sono di difficile decifrazione, poche sono le fonti disponibili: tra il 1465 e il 1470 probabilmente Antonello viaggiò nell’Italia del nord.

Del 1470 è il primo ritratto di stampo fiammingo dell’artista: stando a quanto riporta Vasari, Jan van Eyck tramandò la tecnica ad olio a Rogier van der Weyden, il quale a sua volta trasmise le nozioni al discepolo Hans Memling. Una tela di quest’ultimo arrivato alla corte di Alfonso I d’Aragona a Napoli, dove Antonello da Messina ebbe la possibilità di studiarla.

Ritratto d’uomo (Cefalù)

Databile tra il 1470 e il 1472 e conservato a Cefalù, è il primo della serie di ritratti realizzati da Antonello da Messina: la commissione è ignota come l’identità dell’effigiato. Alcuni studiosi hanno ipotizzato possa trattarsi di Francesco Vitale de Noja, ambasciatore e vescovo di Cefalù, altri di un semplice marinaio ; Roberto Longhi identificò il soggetto con un barone o un uomo facoltoso.

Posto di trequarti su un neutro sfondo scuro, l’uomo incontra lo sguardo dello spettatore e sorride: le labbra sono incorniciate da una leggera barba e l’intero volto è solcato da rughe.

A differenza di quelle fiamminghe, la figura è spiccatamente volumetrica, debitrice agli studi di Piero della Francesca. Diversamente da quest’ultimo, però, Antonello intendeva il ritratto come rapporto tra il personaggio rappresentato e lo spettatore: proprio per questo motivo è accentuata la componente psicologica . Il sorriso , enigmatico e ammaliante, è probabilmente il secondo più famoso al mondo, dietro solo alla Gioconda.

Ritratto d'uomo, 1470-1472, olio su tavola

Ritratto d’uomo, 1470-1472, olio su tavola

Ritratto d’uomo (Londra)

Conservato alla National Gallery di Londra, è stato realizzato tra il 1475 e il 1476. Gli abiti permettono di identificare con maggiore chiarezza lo status sociale dell’effigiato rispetto al ritratto di Cefalù: si tratta di un uomo di ceto medio-alto, che indossa un copricapo rosso.

Sebbene alcuni studiosi lo abbiano identificato come un autoritratto, l’ipotesi rimane ad oggi azzardata in quanto non è presente alcun chiaro rimando all’artista.L’effigiato è posto di tre quarti e osserva lo spettatore: lo sguardo è serio e penetrante, quasi provocatorio. Anche in questo caso, spicca l’impostazione volumetrica della figura che risulta salda e compatta, molto distante dalle composizioni fiamminghe.

Ritratto d'uomo, 1475-1476, olio su tavola

Ritratto d’uomo, 1475-1476, olio su tavola

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