Mostre d'arte in Italia

A Parma torna l’antiquariato con Mercanteinfiera

Dal 4 al 12 marzo 2023 Parma ospita Mercanteinfiera. La fiera di antiquariato più entusiasmante d’Europa ha 40 anni d’esperienza e richiama ormai fino a 60.000 visitatori a edizione. Proprio da pochi giorni si annuncia inoltre un’importante novità: Parma esporterà la sua fiera fuori Italia. C’è sopratutto una sorpresa non indifferente! Proantic è main partner dell’evento e sta supportando l’organizzazione nella concezione e nella messa a punto della manifestazione che si terrà a fine estate nella Ville Lumière. Il futuro appuntamento è fissato a Parigi: all’Expo Porte de Versailles, dal 6 al 10 settembre, con all’appello 300 espositori.

Così Ilaria Dazzi – Brand Manager Fiere Antiquariali, Mia, Fiere di Parma Spa – si riferisce alla nuova avventura: “Una grande opportunità di visibilità per tutti, sul mercato mancava un evento di questo tipo”.

MERCANTEINFIERA  PARMA

40mila metri quadri tra antiquariato, design d’autore e moda old money style, più di 1000 espositori suddivisi in 7 padiglioni. Ma perché questa fiera attira un pubblico così numeroso ed etereogeneo? Ha sicuramente la capacità di spaziare e di soddisfare i palati di amatori diversissimi. Girando tra gli stand, c’è la possibilità di scovare vere e proprie chicche, ammirare punte di diamante e unicum come il più piccolo giradischi portatile al mondo. Realizzato in Svizzera nel 1935, a distanza di 90 anni, è ancora in grado di riprodurre un disco 78 giri da 25 centimetri. Si può immaginare di giocare con numerosi flipper,  tra i quali il Williams a monete del 1957, imbattersi nellespositore Lulu degli anni ‘40, dove venivano custoditi i tacchi del tip-tap, nei Sandali Jimmy Choo XV – Modello “Marlene” reso celebre da Carrie Bradshaw in Sex and the City -. Nel padiglione numero 6 troviamo un concentrato di curiosità tra gioielli, vintage e modernariato. Così sostiene l’attivista del clima Carlotta, “Lotta”: ”Vestire vintage è un atto rivoluzionario. Con questi vestiti possiamo rallentare, tornare ad avere cura di noi e del pianeta”. Certo la selezione in fiera non è da tutti i portafogli ma per chi non compra resta un buon modo per rifarsi gli occhi, allenare il gusto e trovare ispirazione abbinando e riutilizzando capi di vestiario mai fuori moda.
Quest’anno non mancano poi le sperimentazioni…in concomitanza con Mercanteinfiera Primavera, Automotoretrò 2023 ha lasciato il Lingotto di Torino per trasferirsi nel padiglione 2 della Fiera di Parma, dal 3 al 5 marzo 2023, con 300 vetture d’epoca.
Al PalaVerdi, spazio multifunzionale di Fiere di Parma, il 4 e 5 marzo, ha inoltre inaugurato WAKE UP! il festival per esplorare nuove tendenze e linguaggi, nel segno della sostenibilità, dell’inclusione e della responsabilità sociale, presentando “la new wave della creatività italiana”.

IL MUSEO BARCA LARIANA E IL SERVIZIO DI RESTAURO IN FIERA

All’interno del Padiglione 4, due mostre collaterali attendono gli spettatori: “Fortissimi. La vita come un ring”, che si focalizza sulla storia dei pugili Bruno Sammartino, Leone Jacovacci, Primo Carnera e Nino Benvenuto; e “Onda su onda: alle radici della navigazione”, curata da Emanuele Seghetti e realizzata con il Museo Barca Lariana.
Sul lago di Como, questo atipico museo disponde di uno spazio ampio più di 300 mq: da 45 anni vi sono conservate barche tradizionali come le più antiche e preziose gondole veneziane, vele inglesi di fine ‘800, le Classe Star, i Beccaccini e i Dinghy.
Non manca poi un servizio d’eccellenza a disposizione degli operatori in fiera ma anche dei privati, quello che guarda alla tutela e al ripristino delle condizioni delle opere: ci fermiamo infatti allo stand di Rinascimento Restauro a parlarne con la restauratrice Daniela Campagnola.

RITRATTI AL FEMMINILE E DIPINTI
Dama con le rose, crediti Giorgia Basili

Dama con le rose, crediti Giorgia Basili

Entriamo nel cuore della fiera, il padiglione 3 ambitissimo dagli antiquari poiché offre una selezione di gallerie di qualità assicurata. Si trovano oggetti di tutte le categorie, dai più piccoli, come miniature e gioielli, ai più grandi come camini, specchiere, armadi, paraventi…persino fontane. Non mancano i bei dipinti. Ad esempio, la galleria di Varese Conte Biancamano attira lo sguardo con un dipinto dall’atmosfera romantica e nostalgica, che riscopriamo del pittore polaccoWacław Szymanowski (1859-1930), autore della statua di Chopin a Varsavia. Una dama vestita di merletti perla e cipria, indossa un imponente cappello a tese larghe, con un pennacchio di piume porpora. La donna è letteralmente immersa in un cespuglio di rose pallide, tra le quali fanno capolino alcune cremisi. Da Arte & Antichità a Diano Marina (IM) troviamo un pastello con donna vestita all’orientale…probabilmente della mano del pittore Fausto Zonaro, potrebbe raffigurare la moglie dell’artista.

Davide con la testa di Golia, copia di autore sconosciuto da Cagnacci

Davide con la testa di Golia, copia di autore sconosciuto da Cagnacci

Anche nel padiglione 5 troviamo delle sorprese: da Antichità di Alina scoviamo una copia da Cagnacci rappresentante Davide con la testa di Golia. Il blu dell’abito a contrasto con la morbida chioma color rame rende il quadro bilanciato e intrigante.
DUE POLTRONE FRANCESI STILE ALLA REINA
Poltrona francese, stile "a la Reina", con Giudizio di Paride sullo schienale

Poltrona francese, stile “a la Reina”, con Giudizio di Paride sullo schienale

Nello stand di Art collectors, galleria diretta da una simpatica coppia formata da moglie inglese e marito italiano, spiccano due poltrone francesi provenienti da una casa importante di Milano. Le poltrone sono in stile Luigi XV 1730-40 o periodo Reggenza, non sono monogrammate, mentre la copertura è composta da una tappezzeria d’Aubusson originale dell’epoca. Il telaio in noce è finemente intagliato con motivi fitomorfici. La tipologia è definita “alla Reina” per via della seduta importante. Su una poltrona è raffigurato il Giudizio di Paride, sull’altra una scena pastorale. Sempre aggirandoci tra gli oggetti della galleria Art collectors, notiamo un dipinto del primo quarto del Diciassettesimo secolo, un’allegoria del teatro con putti provienente da una collezione privata.

IL FORTE PIANO
Fortepiano

Fortepiano

Pochi sembrano essere invece gli strumenti musicali. Tuttavia da Gogna srl (di Milano) attira la nostra attenzione un fortepiano molto particolare. Il costo si aggira intorno ai 39.000 (più 16.000 di restauro per renderlo funzionante). Questo esemplare è un unicum ed è uno dei protagonisti del libro “Le lacche veneziane” con ben 22 foto dedicate (per gli altri oggetti sono presenti solo due scatti). Nel volume, il pianoforte è datato 1750 ma la tecnica che lo contraddistingue è stata scoperta solo nel 1795. La decorazione è delle stesse maestranze veneziane che avevano affrescato la casa dove lo strumento si trovava, lo stile delle lacche mostra infatti un gusto tipico di metà settecento nonostante si sarebbe dovuto adottare lo stile Luigi XVI Impero. Il Fortepiano è stato realizzato da un artigiano italiano che ha adottato una tecnologia austriaca, la realizzazione si data quindi tra il 1795 e il 1810. Secondo il parere di un esperto raggiunto in fiera, il forte piano potrebbe essere attribuito a Sodi, allievo di Bartolomeo Cristofori. Lo strumento potrebbe essere perfetto per il Museo Luigi Ferdinando Tagliarini, chissà se incontrerà il suo acquirente.

MOBILI e TrUMEAU

Trumeau in radica di noce da Gierre Antichità

Da Gierre Antichità catturano un raro portaventaglio e un superbo Trumeau in radica di noce con profili in bosso, realizzato nel periodo Luigi XIV in area romana. La parte superiore, oltre a essere ripartita con vani a giorno, è arricchita dalla presenza di cassetti e di due portfolio verticali. Da Bonanomi Antiquariato di Moncalvo (Asti) notiamo invece un tavolo di metà Settecento, realizzato con la tecnica scagliola (10.000) che nacque tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento per “imitare” marmi e pietre dure. Si usava una mescolanza di gesso, unito con colle naturali e pigmenti colorati. Altro pezzo unico è un mobile bergamasco dei primi del Seicento. Il mobile, in noce con cariatidi che si guardano vicendevolmente, è di un ebanista lombardo vicino alla scuola di Fantoni. Campeggia al centro uno stemma nobiliare.

mobile bergamasco

mobile bergamasco

MANICHINI, SCULTURE E CURIOSITÀ

Da Dorotea di Francesco Arena incombe dall’alto un baldacchino Luigi XVI di area siciliana, laccato e dorato di 2,20 per 2,10 metri.
Proseguiamo il nostro giro, parlando con i direttori di Enzo Gironi, galleria francese a Nizza, nel loro stand troviamo due grandi gessi dipinti a emulare il colore e il materiale della terracotta.
Da Serena Boni (Cortona) avvistiamo un manichino di legno dell’Ottocento con volto femminile di bella qualità. I manichini, che servivano come modello per i disegnatori, sono anche presenti nello stand di Casa Matilde srl (Montepulciano, Siena).

Casa Matilde, Madonna Immacolata a manichino, intero

Casa Matilde, Madonna Immacolata a manichino, intero

Da Casa Matilde si distingue infatti una Madonna immacolata a manichino di grandi dimensioni. La scultura, ci spiega la titolare, è attribuibile alla cerchia di uno dei più noti allievi del Verzella, Francesco Citarelli, è di area napoletana e circoscrivibile alla prima metà del XIX sec. Al corpo in stoppa, in origine ricoperto dal vestito, si aggiungono gli arti superiori eccezionalmente intagliati e quelli inferiori dove il piede è fasciato da sandali dipinti. L’elemento che spicca maggiormente è senza dubbio il volto con occhi in vetro ed i capelli mossi raccolti. A ciò si aggiunge la corona in metallo sbalzato, smalti e corallo e gli orecchini in oro giallo, corallo e acqua marina.

MICROMOSAICI, CORALLI E INTARSI
Faraoni137, moschettiere in micromosaico

Faraoni137, moschettiere in micromosaico

Faraoni 137, galleria antiquaria romana con sede in Via dei Banchi Vecchi, fa da padrone per gli oggetti legati al collezionismo del Grand Tour: tabacchiere, orecchini, portagioie tutti finemente lavorati a mosaico in pasta vitrea. Interessante soprattutto il micromosaico di Tarantoni con un moschettiere del Settecento, realizzato a cavallo tra Settecento e Ottocento quando la rappresentazione di questo soggetto incontrò particolare fortuna.
Incontriamo anche alcune valide gallerie aretine come Antichità Luisa Buroni e La Vecchia Epoca. Anna Delmonte Antichità di Imperia ci colpisce, da parte sua, per una piccola perla: un album da lettere a intarsio con, in copertina, un fanciullo con canna da pesca. La provenienza è Sorrento e l’epoca Ottocento.

Album a intarsio, ambito Sorrento

Album a intarsio, ambito Sorrento

Da Galleria Bompadre si apprezzano soprattutto un antico monetiere toscano della prima metà del seicento con fini incisioni, un trumeau mosso in noce finemente intarsiato originario del Piemonte e realizzato nella seconda metà del XVIII secolo e un’antica farmacia tardo-gotica.

I GIOIELLI DA FABBRI

Stand di Janina Blokh, spilla

Stand di Janina Blokh da Fabbri, spilla

La Galleria Fabbri si distingue per il suo allestimento quasi museale. Spicca un altarolo portatile in osso e legni pregiati del Primo quarto del XV Secolo (1420 circa). Si tratta di un trittico portatile con intarsi in osso, corno ed essenze lignee pregiate. Questi rari esemplari venivano commissionati per la devozione domestica privata, per pregare le sacre raffigurazioni racchiuse tra due sportelli dipinti esternamente. L’opera è attribuita alla Bottega degli Embriachi di Venezia.
Curata invece dall’esperta di gioielli antichi Janina Blokhè la sezione dedicata ai monili, esposta nello stesso stand. Di bella fattezza soprattutto una spilla da centro petto in oro ad alto carato, raffigurante una pantera passante su ramo di quercia troncato, deli anni ‘30-40 dell’Ottocento, lavorata a sbalzo, cesello e canna vuota, superficie finemente incisa a bulino. “È praticamente una micro scultura di altissima qualità, il gusto è neo gotico tipico dell’epoca. Potrebbe essere Italia o anche Francia (ambito di Jean Valentin Morel) per qualità del lavoro, sicuramente vanta una provenienza nobiliare”, spiega Jamina.

-Giorgia Basili

 

01989
Giorgia Basili
Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è specializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza con una tesi di Critica d'arte sul cinema di Pier Paolo Pasolini, letto attraverso la lente warburghiana della Pathosformel. Ha seguito, grazie a una borsa di studio, il semester course di Art Business al Sotheby's Institute di Londra, avendo avuto così modo di conoscere il profondo dinamismo della scena artistica internazionale della città. Collabora da anni con diverse riviste di settore: tra queste Artribune, XIBT Contemporary, Espoarte, Insideart e ArtApp. Predilige tematiche quali la cultura e l’arte contemporanea nelle sue molteplici sfaccettature e derive mediali - arte urbana e teatro, performance e videoarte -, l'antiquariato e le arti applicate. Da luglio 2021 a giugno 2022 ha fatto parte dello staff di redazione di Artribune, lavorando nel reparto News. La sua prima esperienza giornalistica risale alla sentita adesione alle attività della giovane redazione DailyStorm, nata nel cuore dell'Università La Sapienza. Si è occupata della curatela di alcune esposizioni. I suoi ultimi progetti curatoriali sono "Notturno" - personale dell'artista Marco Ercoli, presso l'Art Hotel Villa Fiorella di Massa Lubrense -, "Confidence in the uncertain" - personale dell'artista toscana Samantha Passaniti presso il Contemporary Art Space Curva Pura di Roma - ed "Epimeteo" - mostra di Marco Ercoli presso la galleria 28 Piazza di Pietra. Ha lavorato anche come responsabile stampa, collaborando con la Galleria Alessandra Bonomo e con altre realtà artistiche. Elabora inoltre contenuti per progetti e gallerie online e ha seguito con entusiasmo nel 2019-2020 il programma didattico del Museo Napoleonico di Roma con l'ideazione di pacchetti didattici per le scuole di ogni ordine e grado, attività ludico-digitali di avvicinamento al Museo e il ciclo di video-narrazioni "Vis-a-vis con le Bonaparte. Profili di donne da riscoprire", dedicato a 4 figure di donne poco conosciute ma sorprendenti: Matilde Bonaparte, Charlotte Bonaparte, la Principessa Eugenia e Ortensia de Beauharnais. Sempre nell'ambito della didattica dell'arte ha collaborato con Fondazione smART per un'intera edizione di "Artisti in erba" e con il Museo dei Bambini di Roma, EXPLORA.

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