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Osvaldo Medici Del Vascello (1902-1978) Natura Morta

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foto aggiuntive.

Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Osvaldo Medici Del Vascello (1902-1978) Natura Morta"
Osvaldo Medici Del Vascello (1902-1978) Natura morta, olio su tela, cm 50 x 120
Con cornice: cm 135 x 66 x 3,5
Firmato in basso a sinistra

Di nobile casata, i suoi inizi sono da autodidatta e nel 1922 abbandona gli studi regolari per dedicarsi completamente alla pittura.
Tra il 1922 e il 1939 risiede tra Firenze e Parigi divenendo uno dei protagonisti del gruppo detto “des Italiens de Paris” del quale fanno parte, tra gli altri, Filippo De Pisis, Giorgio De Chirico, Gino Severini, Massimo Campigli, Renato Paresce, Mario Tozzi, Alberto Savinio e Anton Luigi Gajoni.  Molti di questi artisti erano presenti nella capitale francese già dagli anni dieci, altri dagli anni venti, sviluppando una ricerca aggiornata sul gusto europeo ed esercitandola nel lavoro compiuto al ritorno in Italia.
 A Parigi inoltre conosce e frequenta Magnelli, Fernand Léger, Juan Gris, Le Corbusier e partecipa attivamente alla vita artistica della città, esponendo ai vari Salons (des Indépendents a partire dal 1925; des Tuileries e d’Automne dal 1927).
Numerose sono le mostre personali: nel 1927 (Galerie Montparnasse), 1929 (Galerie Carmine), 1933 (Galerie Quatre Chemins), 1935 (Galerie Léon Bernheim) e ’36 (Galerie A. Sambon). Nel 1935 espone al Musée du Jeu de Paume in occasione della mostra “L’arte italiana del XIX e XX secolo “ e nel 1937 ai Nouveaux Musées d’Art Moderne.
Dei diciassette anni trascorsi in Francia, Medici del Vascello più tardi scrive: “Nei primi anni dipingevo paesaggi sulle rive della Senna, sui quais di Parigi, a Suresnes, St. Cloud, Courbevois, Levallois, Charenton, St. Denis e poi in Normadia e in Bretagna… Dipingevo con amore il paesaggio senza sapere esattamente che cosa avrei voluto fare in seguito… In questo periodo ero influenzato da tutti gli Impressionisti. Cominciai a fare degli acquerelli che risultavano più ‘acuti’ della pittura ad olio nella quale rimanevo classicheggiante … Conobbi Suzanne Valadon che mi dette ottimi consigli sulla paesistica: “Nel paesaggio occorre far sentire che tutto gira”… non ero però mai soddisfatto del mio lavoro sognando sempre di realizzare strutture più semplici ed espressive. Conobbi poi altri artisti: Dufy, Soutine, poi Léger e Le Corbusier. Mi sentii subito trasportato verso le forme nuove degli ultimi due. Ebbi la fortuna di rimanere parecchio tempo a contatto con Le Corbusier, andavo a trovarlo ad Auteuil. Egli mi rimproverava di fare della pittura troppo “grigia”. Consigli salutari. Poco alla volta riuscii a dipingere con colori puri. Nel 1950 mi dedicai finalmente all’astrattismo geometrico; sono lieto di questa (benché tardiva) decisione.
Nel frattempo, tornato in Italia, partecipa alla Quadriennale di Roma (1935 e 1943) e
nel 1936 è alla XX Biennale di Venezia dove espone Natura morta con conchiglie, partecipazione che si ripete nell’edizione successiva.
Nel 1942 espone a Milano, l’anno dopo a Roma e nel 1951 lo ritroviamo a Firenze, dove dal 17 al 27 marzo espone dieci opere al Bar degli Artisti. Sempre a Firenze, nel 1961, la Galleria d’Arte Santacroce gli allestisce un’importante mostra personale, mentre nel 1967 espone a Palazzo Strozzi in occasione della mostra dedicata all’arte italiana dal 1915 al 1935 “Gli artisti per Firenze.  Museo internazionale d'arte contemporanea

Il primo periodo di attività è caratterizzato da una pittura figurativa, dove predominano paesaggi e personaggi dalle fattezze ieratiche. In seguito, a contatto con De Chirico e Savinio, si avvicina alla pittura metafisica, ma con un’impronta estremamente personale. Successivamente la sua pittura si evolve verso un’astrazione di tendenza geometrica in cui su superfici piatte nettamente ritagliate e colorate vivacemente, sono stesi larghi tratti neri.
Della sua maniera astratta André Verdet nel 1961 scrive: “Nel segno fermo, fissato a grandi tratti, Medici chiude la sua composizione nell’ambito di una meditazione quasi implacabile, dove l’ “angolare” si carica di una emozione contenuta che vibra a lungo in tutta la tela”.

Il dipinto è in ottime condizioni.

Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni.
 

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Galleria Michelangelo
Arte antica e moderna. Post-Impressionismo - Seconda École de Paris

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