La splendida vetrina, in legno massello di mogano, risale alla fine dell’Ottocento. Realizzata in Francia da un maestro ebanista di grande capacità, è in stile Luigi XVI.
Il mobile è impreziosito da decori in bronzo dorato di pregevole cesello. Presenta dettagli, di pieno gusto Luigi XVI, con foglie d’acanto e girali fogliacee, festoni e ghirlande di fiori unite da leggiadri fiocchi e nastri. Nella parte sommitale e centrale figurano due teste di ariete mentre in basso, al centro, una testa leonina tiene tra le fauci una corona di alloro. Lungo tutto il mobile corrono raffinate riserve in bronzo cesellate con motivi geometrici, floreali e a palmette. La parte sommitale è finita da una cornice a ringhiera, sempre in bronzo dorato, traforata con motivi geometrici a ovali. Grande attenzione per i singoli dettagli.
La vetrina si compone di una parte superiore con un’anta a vetro nella zona centrale e due vetri che seguono il movimento mosso dei fianchi. Due ripiani in vetro e piano di fondo in specchio. La parte inferiore presenta un’anta frontalmente e due pannelli laterali mossi. Le tre porzioni lignee sono decorate con pitture a vernis Martin. Il vernis Martin è una laccatura inventata in Francia nel XVIII secolo dai fratelli Martin, in concorrenza con i pannelli laccati cinesi. Lo stile Luigi XV, diffuso all’epoca, aveva modificato il profilo dei mobili, rendendoli mossi o bombati, per cui i pannelli squadrati cinesi non erano usufruibili. Questo tipo di verniciatura invece aveva il vantaggio di essere utilizzabile sopra superfici lisce o bombate. La tecnica fu messa a punto nel 1728 dai fratelli Martin che ne detennero per venti anni il monopolio. La moda delle vernis Martin si protrasse anche nell'Ottocento ed è caratterizzata da soggetti quali paesaggi arcadici o scene galanti ispirate ai dipinti di Jean Antoine Watteau (Valenciennes, 10 ottobre 1684 – Nogent-sur-Marne, 18 luglio 1721) o François Boucher (Parigi, 29 settembre 1703 – Parigi, 30 maggio 1770).
All’interno della porta, si trova incisa una sigla “GG” seguita da una numerazione.