"Paesaggio arcadico con figure e pascoli, Pittore veneto del XVIII secolo"
Paesaggio arcadico con figure e pascoli, Pittore veneto del XVIII secoloMisure con cornice: cm H 88 x L 114 cm; solo dipinto cm H 74 x L 100
Il dipinto, eseguito ad olio su tela, raffigura un paesaggio arcadico di genere pastorale.
Questo genere di raffigurazione pittorica si afferma nel Settecento, accanto alla veduta e al capriccio architettonico, ispirandosi alle regole dell’Accademia d’Arcadia. Le nuove regole dell’Arcadia impongono modi chiari e convenevoli, ritmo giocoso e forma elegante. Sono queste normative a dominare la cultura pittorica italiana dal primo Settecento, detta del “rococò arcadico”, cui attingono ben presto artisti italiani ed europei che divengono interpreti della maniera leggiadra che privilegia l’idillio e i toni graziosi e patetici. Il pastore d’Arcadia, un tempo carico di significati allegorici, si trasforma quindi in una figura aristocratica, ovvero del berger galant.
Il dipinto raffigura in primo piano, sulla sinistra, una coppia di innamorati che siede su di una roccia. Avanti a loro un cagnolino corre nel prato, mentre sulla destra alcune mucche pascolano e si abbeverano in uno specchio d’acqua. Dietro a loro, in secondo piano, è raffigurato un gregge di pecore e una costruzione a capanna in legno con tetti di paglia. Il paesaggio descritto, a tratti boschivo, si allontana all’orizzonte, segnato da alcuni rilievi rocciosi. Altre figure di pastori e viandanti passeggiano lontani, animando la composizione.
Stilisticamente questo dipinto presenta vicinanze con la pittura veneta del XVIII secolo. A Venezia, i massimi rappresentanti del paesaggio arcadico furono il toscano Francesco Zuccarelli (Pitigliano 1702 - Firenze 1788), attivo tra il 1731 e il 1752 nella Serenissima e in seguito in Inghilterra, e il suo allievo Giuseppe Zais (Forno di Canale, Belluno, 1709 - Treviso 1784). Le loro opere e questo genere di veduta idilliaca furono molto apprezzate dalla committenza nobiliare e borghese del tempo che desideravano quindi adornare le proprie residenze con tali bucolici soggetti.
Furono dunque molti i pittori che seguirono i grandi maestri, ispirandosi alle loro composizioni per soddisfare la vasta richiesta di committenze. L’autore di quest’opera va ricercato tra questi artisti, seguace dei modi di Zuccarelli e Zais ed attivo nella seconda metà del Settecento, nell’ambito veneto.
Ancora oggi questo genere pittorico risulta molto decorativo ed estremamente gradevole, apprezzato per l’adattabilità di esposizione in qualsiasi ambiente domestico, appropriato sia in luoghi intimi e riservati della casa, come uno studio o una camera, che in salotti o corridoi. Quest’opera sarà apprezzabile inoltre sia se accostata a dipinti e mobili antichi e coevi che vicino ad arredi moderni.
L’opera è in buono stato di conservazione.