olio su tavola, h cm 73,5 x 91 (con cornice), h cm 53 x 70 (tavola senza cornice)
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Il dipinto ad olio su tavola, a fondo oro, raffigura un’Adorazione dei Magi. I Magi sono vestiti con abiti suntuosi in seta e broccati; indossano preziosi copricapi e gioielli. La ricchezza delle loro vesti è posta in contrasto con l’umiltà della Sacra Famiglia e degli altri personaggi che attorno, curiosi, osservano la scena. La capanna è semplice, in legno e paglia: sopra di essa brilla la cometa, simbolo dell’evento divino. In lontananza, un gruppo di viandanti percorrono un sentiero che si perde all’orizzonte confondendosi nell’oro del fondo.
La raffigurazione propone un’iconografia tradizionale, nella quale il pittore inserisce alcuni dettagli che si prestato a interpretazioni simboliche. Tra queste vi è l’aspetto dei Magi, che dal secolo XIV si differenzia iconograficamente: i saggi astronomi rappresentano l’omaggio a Gesù delle parti del mondo allora conosciute, ovvero l’Africa, l’Asia e l’Europa. A destra dei Magi, in primo piano, siede una scimmia, ritenuta creatura demoniaca e simbolo di menzogna e peccato. Essa è raffigurata in disparte, come sconfitta, accanto a un frammento di colonna classica: la rovina allude alla fine del paganesimo, del vecchio mondo che crolla all’avvento di quello nuovo, segnato dalla nascita di Cristo e dalla liberazione dal Peccato Originale. Sulle rovine si arrampica dell’edera, simbolo dell’immortalità dell’anima. L’opera è attribuibile alla bottega del pittore fiammingo Frans Francken III, appartenente a una prolifica famiglia di pittori anversesi che per ben quattro generazioni giocò un ruolo predominante nell’arte locale. Probante è il confronto con un dipinto di Frans Francken III, conservato al Museo di Belle Arti di Tournai, in Belgio. In questo lavoro è rappresentata la medesima composizione, con alcune varianti cromatiche e nella quale l’artista descrive, sullo sfondo, uno scorcio di una città fiamminga con case, un ponte sotto al quale scorre un fiume e alcuni abitanti. Il cielo azzurro, è segnato da qualche nuvola e alcuni alberi spogli suggeriscono la stagione invernale.
Frans Francken III (Anversa, 1607-1667) appartiene alla dinastia di pittori Francken. Figlio di Frans Francken II e di Elisabeth Placquet si forma nella bottega del padre. Nel 1639-‘40 entra a far parte della Corporazione di San Luca e nel 1656, a riconoscimento della fortuna che le sue opere riscuotono, ne diventa decano. La sua abilità nel dipingere piccole figure fa sì che egli sia spesso richiesto da altri artisti per animare composizioni di paesaggi o di interni con figure di staffage.
Frans Francken III si specializza in piccoli quadri, dipingendo soggetti sia sacri che profani. Le sue opere, contraddistinte dalla vivacità dei colori, variano nella ricchezza narrativa in funzione della richiesta e del gusto dei committenti e delle loro possibilità economiche. Spesso oberato di lavoro, si vale dell’aiuto dei collaboratori di bottega che ne imitano abilmente lo stile. Ha diversi allievi, tra cui Carstian Luyckx e Jan Baptist Segaert.