Ritratto di dama in vesti orientali
Olio su tela, 95,5 x 77 cm
Scheda a cura di dott. Massimo Pulini
Questa affascinante figura femminile, elegantemente abbigliata in un costume "alla turca", con turbante, manto ricamato e gioielli orientali, si inserisce nella ricca tradizione del Seicento romano di ritratti allegorici e di soggetto esotico. La dama è rappresentata a mezza figura, con lo sguardo diretto verso l’osservatore, mentre con una mano tiene alcune frecce, accennando a una possibile identificazione con Diana oppure a una simbolica personificazione della caccia o della forza femminile.
Il volto, pieno ma misuratamente idealizzato, la resa ricca dei tessuti e dei riflessi sulle sete e sui veli richiamano la cultura pittorica caravaggesca, filtrata attraverso le esperienze classiciste romane e toscane.
Il dipinto è stato riferito da Massimo Pulini a Lorenzo Greuter, pittore attivo a Roma nella prima metà del Seicento, figlio dell’incisore e cartografo Matthäus Greuter. L'opera mostra un'interessante sintesi tra l'eredità nordica del padre e la cultura visiva romana, con echi della pittura di Simon Vouet, Giovanni Baglione e Guercino, ma anche con una sensibilità cromatica che prelude alla scuola toscana.
Un confronto diretto può essere istituito con la Cacciatrice in vesti orientali di Cesare Dandini (Firenze, Collezione Niccolini), che condivide sia la scelta di un soggetto femminile idealizzato in abiti esotici, sia la posa languida e l'accentuazione dei panneggi. Tuttavia, la figura di Greuter si distingue per una maggiore concretezza fisiognomica e un’attenzione alla texture materica più vicina alla cultura nordeuropea. Confronti eloquenti possono essere quelli con l’Allegoria della Scultura dei Musei Civici di Pesaro o l’Allegoria dell’Astronomia passata sul mercato antiquario (Bologna, Art International, maggio 2021).
L’opera si colloca nel filone delle cosiddette "belle donne", genere molto in voga nel XVII secolo, in cui si mescolano allegoria, ritratto e sensualità. La presenza dell’arco e delle frecce rimanda a Diana, ma la mancanza di attributi naturalistici o lunari suggerisce piuttosto un'invenzione di gusto orientalista, forse ispirata alla moda ottomana diffusa nella pittura europea attraverso il commercio e l’influenza delle ambascerie levantine.