La tavola raffigura la Vergine in primo piano, vestita con maphorion rosso scuro (simbolo regale e materno) e tunica verde sotto, allatta il Bambino Gesù posato sul suo ginocchio sinistro, si tratta del tipo “Galaktotrophousa” o “Madonna del Latte”, che enfatizza l’umanità di Cristo e il ruolo nutrito della Vergine come Madre della Chiesa. Il gesto dell’allattamento rimanda sia alla tenerezza materna sia al simbolismo eucaristico del latte.
Il volto di Maria è dolce, leggermente inclinato verso il Figlio, con tratti morbidi e occhi ampi che guardano l’osservatore con espressione dolente ma serena. Il Bambino ha linee più compatte, volto rotondo e mira il suo latte con la manina alzata.
Ai lati della testa di Maria si leggono le lettere greche “ΜΡ ΘΥ” (Meter Theou, Madre di Dio), e vicino al Bambino “ΙϹ ΧϹ” (Iesous Christos). Questo conferma il legame con il prototipo bizantino‐cretese.
tipico delle icone galaktotrophousa, simboleggia l’alimento spirituale che Cristo dona all’umanità. I colori e la composizione richiamano i numerosi esempi prodotti a Venezia e nelle botteghe cretesi, dove la cultura ortodossa e la pittura rinascimentale si intrecciavano.
La Scuola Cretese attiva fra XV e XVIII secolo, esportava in gran numero icone verso Venezia; i pittori cretesi (come quelli della “Scuola di Candia”) combinavano modelli bizantini con soluzioni prospettiche e cromatiche occidentali, a Venezia la domanda di icone “alla greca” era molto alta: molte tavole esportate da Creta arrivavano sui mercati lagunari e venivano appese nelle case nobiliari o commissionate per devozione privata.
Sono presenti piccole mancanze di colore ma l'opera versa in buone condizioni generali, il retro presenta una tavola di rinforzo in appoggio al supporto originale.