Natura morta con canestra di fiori
Olio su tela, cm 41 x 57
Cornice antica coeva, cm 60 x 71
Elegante natura morta realizzata nel XVII secolo, raffigurante una canestra intrecciata colma di fiori, sapientemente disposti con un bilanciamento tra pieni e vuoti, tra luce e ombra, che ne esalta il carattere teatrale e contemplativo. L’opera, pur nella sua apparente semplicità, mostra una straordinaria padronanza nel trattamento delle superfici e nella resa materica dei petali, alcuni dei quali appaiono già colti nel momento della caducità. La composizione è costruita su un forte contrasto chiaroscurale, tipico della tradizione caravaggesca romana, con un fondo scuro da cui emergono i fiori con vibrante realismo.
L’opera si inserisce pienamente nel repertorio della Scuola romana di natura morta del XVII secolo e presenta forti analogie stilistiche e compositive con la mano di Mario Nuzzi detto "Mario dei Fiori", uno dei principali interpreti del genere a Roma nella metà del Seicento. L’intreccio della canestra, la resa vaporosa dei petali, la disposizione a semicerchio dei fiori e l’uso del buio di fondo richiamano esempi noti dell’artista, come le opere in musei e in numerose collezioni romane private, dove si trovano analoghi tratti pittorici nella costruzione del volume e nella scelta floreale, con una predilezione per i tulipani e i garofani.
La natura morta floreale nella Roma del Seicento non è mai un semplice esercizio decorativo: il fiore, effimero e splendente, racchiude un sottotesto morale e spirituale, legato alla Vanitas e alla meditazione sulla transitorietà dell’esistenza. Tuttavia, nel caso di Mario dei Fiori, il tono resta sempre armonioso e solenne, con uno sguardo che esalta la bellezza sensibile del creato