Incontro tra Maria de' Medici ed Enrico IV a Lione
Olio su carta foderata a tela, cm 50,5 x 37,5
Firmato e datato 1771 sul retro
Thomas Kerrich è una figura di spicco per quanto concerne il panorama culturale dell’Inghilterra del XVIII secolo: fu un ecclesiastico di alto profilo e diresse la biblioteca dell’università di Cambridge; grande conoscitore d’arte – di suo pugno sono le prime monografie di alcuni dei più celebri artisti fiamminghi del Secolo d’Oro – si dedicò, con ottimi risultati anche al disegno – donò, in via testamentaria – 48 volumi dei suoi schizzi di costumi antichi al British Museum – e alla pittura.
Kerrich riprende, in quest’opera, una delle composizioni più note nell’ambito della produzione pittorica rubensiana: si tratta di una delle 24 tele facenti parte del ciclo commissionato al celeberrimo pittore originario di Anversa dalla regina di Francia Maria de Medici per il Palazzo del Lussemburgo. Rubens doveva realizzare questi quadri nell'arco di due anni, terminandoli in tempo per il matrimonio della figlia di Maria de'Medici Enrichetta Maria di Borbone-Francia con il re Carlo I d'Inghilterra e raggiungendo uno dei punti più elevati nell’arco della sua intera carriera artistica. Il pannello rappresenta l’apoteosi mitica della coppia reale, prima di ricevere l’apoteosi cristiana del matrimonio in Saint Denis: Enrico IV e Maria de Medici figurano negli abiti del re e della regina degli dèi, accompagnati dall’usuale scorta ferina dell’aquila e del pavone. Nella parte sottostante, una figura femminile celebra il loro trionfo su un carro trainato da leoni. È Rubens stesso nella lettera del 29 ottobre 1626 a rassicurare il dotto Pierre Dupuy sulla identificazione del personaggio con la rappresentazione allegorica di Lione: lo studioso aveva infatti espresso il dubbio che potesse trattarsi della iconografia di Cibele. Il dubbio del filologo era tuttavia assai fondato: Cibele, dea della fecondità, era caratterizzata nella scultura antica dagli attributi della corona turrita e del carro leonino, entrambi fedelmente riprodotti da Rubens. Non è da escludere dunque che l’iconografia della Magna Mater possa aver influenzato Rubens nella invenzione della personificazione di Lione. La raffigurazione di tale dea era in quegli anni assai comune nelle occasioni nuziali tanto in ambiente fiorentino quanto in Francia. Esempio ne è la pantomima recitata a Firenze nel 1608 in occasione di un altro matrimonio mediceo, quello tra Cosimo II de Medici e Maria Maddalena d’Austria: lo spettacolo prevedeva infatti l’entrata contrapposta del Carro di Bellona, trainato da Elefanti, e di quello di Cibele, trainato da Leoni, e doveva concludersi col trionfo di quest’ultima, quale rappresentazione della vittoria della fecondità sulla guerra.