Olio su tela, cm. 60 x 74.
Firmato “A. Milesi 1895” in basso a sinistra.
Il bel dipinto ritrae una scena cittadina, ambientata in una piazza del mercato veneziano.
Nonostante le figure si trovino all’aperto, la disposizione degli edifici popolari, così raggruppati tra loro, dà l’impressione alo spettatore di trovarsi in una sorta di conca antropomorfa, fatta di mattoni, quadrifore gotiche e archi a sesto acuto. La luce livida e impalpabile che avvolge la scena suggerisce una mattinata uggiosa; al contempo, l’unica impressione del cielo ci è fornita dal suo riflesso nelle pozzanghere, che rendono lucido il pavimento della piazza. L’interesse per le impressioni dei fenomeni atmosferici sul paesaggio urbano e i suoi abitanti è un elemento comune non solo in Milesi ma anche nei suoi contemporanei.
In primo piano due donne conversano tra loro: indossano lo zendàle, uno scialle ampio dalle lunghe frange tipico delle popolane veneziane.
BIOGRAFIA
Alessandro Milesi nasce nel 1856 da una famiglia di origini modeste; il padre Giovanni Maria era commerciante all’ingrosso di cereali. Dopo un breve percorso di studi presso la scuola di carità dei fratelli Cavanis, Milesi è costretto a lavorare come garzone da un tabaccaio a causa della malattia del padre. Guidato da una precoce vocazione artistica, nel 1869 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, che frequenta fino ai diciannove anni di età, ottenendo grandi risultati tra i suoi insegnanti, il professore di disegno di figura Napoleone Nani, di cui furono allievi anche i pittori Giacomo Favretto e Luigi Nono. Nel 1873 Milesi segue il suo professore a Verona e grazie alla sua intercessione ottiene la commissione di alcuni dipinti e di un affresco per il soffitto di una chiesetta a Isola della Scala da parte dei marchesi Pindemonte.
Qualche anno dopo torna a Venezia dove esegue il Ritratto del padre infermo (1876) ora al Museo Civico d Bassano del Grappa e il Ritratto della madre (1878) attualmente alla Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia. Esordisce come pittore di genere alla Promotrice di Torino del 1879 con l’opera Racconto della nonna; tre anni dopo partecipa a più esposizioni, tra cui la Promotrice di Genova, all’Esposizione nazionale di Milano dove porta La venditrice di zucca e sempre a Milano, all’esposizione Il libro d’oro, con l’opera Un colpo di vento.
Nel 1882 alla Promotrice di Venezia espone Xelo sta lu?, mentre l’anno seguente espone alla Mostra internazionale di Monaco di Baviera Die Perlfasserin, poi presentata a Brera con il titolo Le perlaie. Le impiraresse, cioè le artigiane delle perle, sono stati un soggetto caro a molti pittori veneziani del XIX secolo, in quanto, come pescatori e gondolieri, diventano simbolo delle tradizioni e dell’anima locale; il mercato anglosassone soprattutto, è molto affascinato dalle folkloristiche scene venete, come dimostra l’acquisto, da parte del mercante d’arte inglese W. Dodeswell, di quattro dipinti che Milesi presenta all’Esposizione universale di Aversa del 1885.
L’anno seguente sposa la sorella del pittore Guglielmo Ciardi, Maria.
All’Esposizione nazionale di Venezia del 1887 presenta una grande tela raffigurante alcuni marinai veneziani, Vorla montar?, acquistata successivamente per la dimora privata del kedivé d’Egitto.
Negli anni seguenti partecipa a mostre a Londra, a Parigi e Monaco, dove ottiene ottimi successi commerciali. Nel 1892 presenta alla VI Esposizione internazionale di Monaco Des Barkenführers Imbiss, opera successivamente portata anche all’Esposizione nazionale romana del 1893, con il titolo La colazione del gondoliere, poi acquistata per la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Dal 1895 Milesi partecipa a tutte le Biennali di Venezia fino al 1935: alla prima espone un’opera poi vincente di un premio in denaro istituito dal barone reggiano Raimondo Franchetti, Fabbricatori di penitenze. Nello stesso anno realizza Gli orfani del gondoliere ora alla GAM di Venezia. Nel 1934 gli viene commissionata una pala intitolata a S. Teresa per la chiesa veneziana di S. Maurizio, una delle rare opere a soggetto religioso. Per celebrare la brillante carriera, l’anno dopo gli viene dedicata una mostra personale in occasione dei quarant’anni della Biennale. Ritiratosi dalle scene, si spegne nel 1945, nella sua città Natale.