Otto vedute di Milano
(8) tempera su carta
(6) 16,5x21,56 cm - (1) 21,5x16 cm – (1) 17,5x24 cm
In queste otto vedute, delle raffinate stampe acquarellate e racchiuse in eleganti cornici d’epoca, sono presentati alcuni dei più suggestivi scorci della Milano napoleonica e dei suoi dintorni. Le vedute rappresentano rispettivamente:
1.Porta Comasina, l’attuale porta Garibaldi, punto di passaggio obbligato per la popolazione comasca e brianzola che si recava a Milano.
2.La Villa Reale di Milano, nota anche come Villa Belgioioso o Villa Belgioioso Bonaparte, costruita tra il 1790 e il 1796 a Milano dall'architetto Leopoldo Pollack, su commissione del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso, consigliere dell'imperatore austriaco, per ritirarvisi alla fine della carriera diplomatica e militare. Alla morte del conte Ludovico Belgioioso, la villa venne acquisita dal governo della repubblica Cisalpina divenendo residenza di Napoleone – che fu ospitato saltuariamente nel corso delle visite a Milano – d e di di Eugenio di Beauharnais viceré d'Italia nel 1805, che vi risiedette in pianta stabile insieme alla moglie, la principessa Augusta di Baviera. La coppia vicereale commissionò il grande intervento decorativo che portò alla sfarzosa decorazione degli interni del piano nobile, coinvolgendo, fra gli altri, Andrea Appiani. Con il ritorno del governo austriaco sulla città, l'edificio divenne proprietà dei Viceré austriaci, essendo abitata fra gli altri dal maresciallo Josef Radetzky, che qui stipulò la Pace di Milano del 1849 che decretò la resa della città all'Austria. Dopo la seconda guerra d'indipendenza entrò nelle disponibilità della Corona Sabauda. Nel 1920 venne acquistata dal Comune di Milano che nel 1921 vi istituì la Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano di cui tutt'oggi è ancora sede.
3.L’arena civica di Milano, il cui progetto venne elaborato dal noto architetto Luigi Canonica sotto commissione di Napoleone nel 1805: l’area era stata pensata per accogliere feste, eventi e celebrazioni. Per l'edificio fu scelta la forma dell'anfiteatro, come richiamo alla tradizione imperiale romana, a cui Napoleone esplicitamente si richiamava. Canonica disegnò ispirandosi al circo di Massenzio, situato fuori Roma sulla via Appia Antica, forse il meglio conservato degli antichi circhi romani. L'impianto aveva forma ellittica, con una lunghezza complessiva di 238 metri e una larghezza di 116 e poteva contenere fino a 30 000 spettatori, ovvero poco meno di un quarto dell'intera popolazione di Milano dell'epoca. La tribuna d'onore progettata dal Canonica si connota per la presenza della palazzina Appiani, che prese il nome dall'autore della decorazione pittorica interna, Andrea Appiani.
4.L’ingresso trionfale all’arena civica, dalle forme classicheggianti.
5.Porta Nuova, una delle sei porte principali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti. Posta a nord della città in piazzale Principessa Clotilde, si apre lungo la strada per Monza. In questa bella veduta la porta è presentata come connotata dall'arco neoclassico dello Zanoia (1810-1813), eretto in età napoleonica.
6.Le colonne di San Lorenzo sono un'antica costruzione di epoca tardo romana di Milano situate di fronte alla basilica omonima in prossimità della porta Ticinese medievale.
7.Porta Ticinese, denominata Porta Marengo in epoca napoleonica, posta a sud della città, si apriva lungo la strada per Pavia. A partire dall’Ottocento, la porta risulta caratterizzata oggi dalla presenza di un arco trionfale neoclassico eretto su progetto di Cagnola.
8.La facciata della Certosa di Pavia: questo straordinario monumento, edificato alla fine del XIV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, risulta essere la perfetta sintesi delle tendenze della tradizione architettonica e scultorea lombarda del rinascimento.
La città di Milano e i suoi dintorni non godono di una grande fortuna visiva rispetto ad altri centri italiani come Firenze, Roma o Venezia: le prime vedute di Milano risultano essere realizzate tra il Seicento e il Settecento: si tratta di schizzi che ritraggono gli scorci più affascinanti della città, ponendo in particolare evidenza i suoi edifici religiosi: ci basti pensare alle vedute delle chiese delle chiese di San Lorenzo e di San Babila dell’anonimo Fabricsy e di quella della chiesa di San Paolo Converso di Marcantonio dal Re. A fornire nuova linfa alla fortuna visiva delle vedute milanesi è l’operato del noto vedutista Bernardo Bellotto, che raffigura, in tre eccellenti tele, il Duomo e il palazzo dei Giureconsulti, La piazza antistante le chiese di Sant’Eufemia e San Paolo Converso e il Castello Sforzesco. A presentare nelle proprie opere i suggestivi scorci della fiorente Milano prima napoleonica e poi austriaca sono gli artisti a servizio del potere meneghino nell’Ottocento: ci basti pensare alle opere di Migliara, Canella, Mazzola e Cherubin, nel solco di cui le nostre vedute si incanalano perfettamente.
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