Tobiolo e l’angelo
Olio su ardesia, cm 26 x 37
Con cornice, cm 29,5 x 39,5
Il racconto biblico di Tobiolo e l’angelo ha ispirato moltissimi pittori nel corso dei secoli: il piccolo Tobiolo trovò Raffaele, che non aveva però le sembianze di angelo, e si mise in viaggio con lui e con il proprio cagnolino. Arrivati sul fiume Tigri, Tobiolo volle fare il bagno; un pesce, però, guizzò dall’acqua e cercò di divorargli il piede. Incitato da Raffaele, Tobiolo riuscì ad afferrare il pesce, lo gettò sulla sponda e gli tolse cuore, fegato e fiele, che sarebbero stati, a detta dell’angelo, rimedi contro demoni e malattie oculari. Ed infatti, una volta tornato a casa, Tobiolo cosparse gli occhi del padre con il fiele del pesce ed egli riacquistò la vista miracolosamente. Anche in questa versione il giovane è rappresentato con in mano un pesce mentre cammina guidato dall’arcangelo in un ambiente selvaggio e privo di altra presenza umana. Tra gli elementi più caratteristici dei soggetti delle opere di scuola veronese troviamo tappeti dai vellutati colori, drappeggi impregnati di intensa luce, ricami raffinati delle orlature e pregiate tessiture delle stoffe. Riscontriamo negli elementi naturali i tipici sfondi con paesaggi naturali ricchi di sfumature cromatiche, come colline ricoperte di vegetazione lussureggiante, elementi vegetali e rilievi più brulli in lontananza. Anche i colori accesi e lucenti si confanno agli insegnamenti della scuola veronese e quindi anche veneta, sebbene i contrasti chiaroscurali siano qui evidenziati maggiormente nelle zone in controluce. L’effetto estremamente vibratile e riflettente della pittura è sicuramente esaltato dal supporto: l’ardesia. La pittura su marmo o ardesia è piuttosto rara, ma preziosissima negli effetti. La rarità delle opere dipinte su pietra, a livello di grandi figurazioni, discende soprattutto dal peso del materiale lapideo, molto superiore a quello di una tavola di legno o di una tela. L’uso di questo supporto si affermò anche in Veneto nel corso del XVI secolo, tanto che anche grandi artisti del calibro di Tiziano e Sebastiano del Piombo si cimentarono nella realizzazione di opere su questo genere di supporto. Un esempio in campo veronese può essere rappresentato dal Giudizio di salomone di Giovanni Battista Amigazzi, pittore di scuola veronese attivo fra Cinquecento e Seicento; ma il filone della pittura su ardesia si riscontra anche nelle collezioni di palazzo Maffei e del Museo di Castelvecchio, che contengono al loro interno moltissimi esempi di pittura su ardesia di pittori veronesi.
L'oggetto è in buono stato di conservazione