Olio su tela, cm. 85 x 64.
Firmato “A. Schram 1906” in basso a destra.
Il soggetto a carattere religioso è reinterpretato dall’artista austriaco in una versione dal gusto preraffaelita: le figure sono avvolte in uno sfumato dolcissimo, che rende vivi gli incarnati ed immerge i personaggi in un’atmosfera tra il sacro e il fiabesco. La Madonna è ritratta giovanissima, quasi adolescente; nonostante l’abito ocra sia liberamente ispirato alle vesti femminili trecentesche, la fanciulla porta un’acconciatura moderna, corta ed ondulata. Con il braccio sinistro regge il Bambino, rappresentato paffuto e biondo, mentre tenta di afferrare con la sua manina il mazzolino di margherite nella mano destra di Maria. Il fiore, la margherita, è un simbolo di purezza, associato all’immacolata concezione. Traendo ispirazione ancora una volta dalla rappresentazione sacra medievale e rinascimentale, Schram inserisce le figure in un hortus conclusus, un giardino murato, simbolo della verginità di Maria.
BIOGRAFIA
Alois Schram nasce a Vienna nel 1864. A quindici anni si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, sotto la guida dei pittori storici come Joseph Matthias Trenkwald, Carl Wurzinger e Hans Makart. Nel 1881 riceve per la sua Composizione una medaglia d’oro a merito dall’Accademia; con un quadro a tema storico, raffigurante la Granduchessa di Toscana Bianca Cappello, si aggiudica sempre nel 1887 dalla stessa istituzione, un premio per gli alunni più talentuosi. L’anno successivo si diploma dall’Accademia a pieni voti, ottenendo uno stipendio biennale per soggiornare e raffinare i suoi studi a Roma. Al suo ritorno Schram si stabilisce negli ambienti artistici viennesi come ritrattista e pittore decorativo, alternando a questa carriera numerosi viaggi in Europa e Medio Oriente, come testimoniano alcuni dipinti orientalisti. Oltre alle numerose committenze private, il pittore opera anche nel settore pubblico, come i fregi allegorici da lui creati per il palazzo del Parlamento di Vienna tra il 1909 e il 1911. Quattro anni dopo dipinge i teleri per i soffitti di alcuni saloni dell’imponente complesso dell’Hofburg, la residenza invernale della famiglia imperiale; in Italia lavora all’apparato decorativo del Palazzo Vivante di Trieste. Si spegne nella sua città Natale nel 1919.