Lorenzo Delleani (Pollone, 1840 – Torino, 1908), Ezzelino da Romano

Lorenzo Delleani (Pollone, 1840 – Torino, 1908), Ezzelino da Romano
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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Lorenzo Delleani (Pollone, 1840 – Torino, 1908), Ezzelino da Romano "
orenzo Delleani (Pollone, 1840 – Torino, 1908)
Ezzelino da Romano contempla l’eccidio di Vicenza
Olio su tela, cm 146x116
Con cornice, cm 170 x 140
Firmato e datato 1863 in basso a destra
Bibliografia: "Delleani. La vita, l'opera e il suo tempo" a cura di Angelo Dragone, 1973, pubblicato con foto al Vol II al n° 29.
Nato a Pollone, nei pressi di Biella, il 17 di gennaio del 1840, Lorenzo Delleani si forma all'Accademia Albertina di Torino come allievo di Cesare Gamba e di Carlo Arienti. Inizialmente si unisce ai pittori romantici e dipinge tele di soggetto storico, spesso allusive a fatti chiave del risorgimento italiano, riportando molteplici riconoscimenti ufficiali. Soprattutto durante la prima stagione del suo operato artistico, quella romantica, il piemontese partecipa a un ricco ventaglio di esposizioni nazionali ed internazionali: tra gli anni ’60 e gli anni ’90 dell’Ottocento, è presente in maniera assidua alla Promotrice torinese delle Belle Arti – uno tra gli eventi cruciali del panorama culturale del neonato regno d’Italia – presentando prevalentemente opere di soggetto storico dal sapore romantico, tra cui ricordiamo i celebri Tasso, Colombo, Cromwell, Corradino di Svevia, Sul molo a Venezia e Lungarno a Firenze mentre, nel 1874, espone al Salon de Paris due dipinti che riscossero un grande successo di pubblico e di critica in terra francese, il Veniero dopo Lepanto e i Vinti. Dalla fine del settimo decennio dell'Ottocento, il suo stile varia progressivamente, sia nei mezzi espressivi sia per quanto riguarda il repertorio tematico, in direzione di una rinnovata attenzione allo studio dal vero del paesaggio, realizzando tele con tinte dense e colori smaglianti. Con l'inizio degli anni Ottanta, l’artista si dedica esclusivamente ad una pittura en plein air, condotta in veloci e dense pennellate di colore che catturano la luce, adottando tra i soggetti preferiti vedute piemontesi, raffigurate al variare della luce e delle stagioni. Altra tematica rilevante per quanto concerne la produzione di Delleani, soprattutto della maturità, è quella delle processioni religiose e delle festività popolari: attratto dal folclore e dalla spiritualità della sua terra natia, il biellese, dà vita a immagini dal forte gradiente evocativo, che saranno profondamente apprezzate dagli intellettuali e dagli storici dell’arte della prima metà del Novecento, con particolare riferimento ad Emilio Cecchi ed Anna Maria Brizio, che ritiene che “la foga e l’espressività modellatrice” della pittura paesista e di genere dell’artista piemontese non abbia eguali per quanto concerne il panorama pittorico italiano dell’Ottocento. Nel 1883, Delleani si recò in Olanda, con l’intento di studiare le opere dei pittori del Secolo d'Oro, da cui era attratto per il colorismo vivace e fastoso, e ne riportò nuovi stimoli creativi: a testimoniare il soggiorno olandese dell’artista è Amsterdam, suggestiva veduta della capitale dei Paesi Bassi attualmente conservata presso la GAM di Torino (inv. P/1958). Grande amico e frequentatore della famiglia alto-borghese torinese Bricherasio – la pittrice e mecenate Sofia Bricherasio fu una delle sue allieve predilette (potrebbe essere lei la donna raffigurata in La pittrice della GAM di Torino del 1881) – Delleani fu anche testimone di un evento storico: Emanuele Bricherasio, fratello di Sofia, si distinse per il suo intraprendente impegno nell'emergente settore dell'industria automobilistica e l’1 luglio 1899 convocò nella sua residenza torinese un gruppo di eminenti aristocratici e notabili, figurando tra i fondatori di una prima società che prese successivamente il nome di F.I.A.T.. A Delleani fu espressamente richiesto di raffigurare il memorabile evento ed egli realizzò un celebre dipinto dove Bricherasio è ritratto nell'intento di siglare il documento che lo elevava alla carica di vicepresidente. Stabilitosi definitivamente a Torino, presso la residenza di una cugina in via Alfieri, Delleani dipinse sino alla morte: nel 1905, aveva concluso la sua ultima tela di grandi dimensioni, La festa di San Barnaba, realizzata appositamente per essere donata al paese natio, Pollone: l’ultimo quadro fu invece eseguito il 28 settembre del 1908 ad Oropa: mentre eseguiva La svolta, la sua ultima veduta del Santuario della Madonna nera, l’ormai anziano artista fu ritratto dal suo allievo prediletto, Giuseppe Bozzalla: il dipinto di Bozzalla costituisce una preziosa testimonianza della passione e della dedizione di Delleani rispetto all’attività pittorica, condotta sino alla fine dei suoi giorni. A commemorare la figura di Delleani è il bel monumento eretto in suo onore presso la piazza della Collegiata di Pollone, entro cui il pittore è raffigurato con alle spalle il suggestivo profilo del Santuario di Oropa, di mano di Leonardo Bistolfi (1859-1933), di cui esiste il bozzetto in gesso presso il Museo del territorio biellese di Biella. Sin dal primo decennio del ‘900 l’operato di Delleani è stato particolarmente apprezzato dalla critica e dagli “addetti ai lavori”: la prima mostra post mortem dedicata all’artista viene allestita nell’ambito della Promotrice delle Belle Arti di Torino nel 1909; si data però al 1940 – anno del centenario della sua nascita –  la più grande esposizione in onore del pittore di origini biellesi: la mostra, curata dall’acclamato storico dell’arte Vittorio Viale e dall’allievo prediletto del Delleani, Giuseppe Bozzalla, si tenne presso il Salone della Stampa di Torino tra il 10 febbraio e il 7 aprile. In poco meno di trenta giorni, l’evento accolse più di 230.000 visitatori, in un “successo di pubblico assoluto” (La Stampa, domenica 7 aprile 1940). Presso il catalogo della mostra del ‘40, a cura di Marziano Bernardi, l’operato di Lorenzo Delleani viene presentato come il “contrapposto realistico” alla costante idealizzazione di Antonio Fontanesi e al cupo e placido crepuscolarismo di Vittorio Avondo. Tra le 120 opere presentate alla grande mostra dedicata al pittore piemontese vi è anche Ezzelino da Romano contempla l’eccidio di Vicenza: l’opera, eseguita nel 1863 e presentata per la prima volta in occasione della Promotrice torinese del medesimo anno (esposta con il n. 218, ancora visibile presso il margine inferiore destro della tela), presenta un tema iconografico assolutamente inusuale, quello della distruzione della città di Vicenza – la veduta che si apre alle spalle dei personaggi presenta alcuni degli edifici più contraddistintivi della Vicenza medievale, tra cui la torre Bissara, simbolo della città, eretta, per volere della famiglia nobiliare Bissari, tra il 1211 ed il 1229, la torre dei Verlato e la torre dei Loschi – perpetrata per mano delle truppe dell’imperatore svevo Federico II. Secondo ciò che riporta il cronista filoimperiale Gerardo Maurisio, fu proprio Ezzelino da Romano a spingere l’imperatore al tentativo di conquista di Vicenza: la presa della città, sottoposta ad un violento e sanguinario assedio che culminò nella notte di Ognissanti del 1236, portò all’ascesa del Romano, che divenne governatore del centro veneto per conto di Federico II, spodestando il marchese Azzo II d’Este. È per questa ragione che il Romano appare compiaciuto mentre osserva, ammantato di rosso e vestito di una lucente armatura al di sotto della Loggia del Capitanato, il truce spettacolo che segnerà l’inizio della sua scalata delle gerarchie sociopolitiche. I toni brillanti e sgargianti della tela, così come la composizione affollata di molteplici figure e gestita su più livelli, si allineano e competono con i brani pittorici delle figure di maggior spicco del romanticismo italiano, Francesco Hayez (1791-1882), Giuseppe Molteni (1800-1867) e Angelo Inganni (1807-1880). Un’opera come questa è in grado di confermare le parole di Bernardi, tra i principali esperti del pittore, che descrive Delleani come “il più istintivo ed impetuoso pittore del Piemonte moderno”. 
Prezzo: 24 000 €
Artista: Lorenzo Delleani
Epoca: XIX secolo
Stile: Altro stile
Stato: Buono stato

Materiale: Olio su tela
Lunghezza: 146
Larghezza: 116

Riferimento (ID): 1489200
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