Coppia di lunette con angeli e animali
Sanguigna su carta, cm 34 x 17
La sanguigna è un'ocra rossa usata per creare pastelli da disegno, particolarmente popolare nel Rinascimento e nell'età barocca. Il colore, simile a quello del sangue, è dovuto al materiale di cui è composta, ovvero l'ematite, avente una composizione ferrosa. La miscela di ematite viene modellata per formare bastoncini appuntiti con i quali è possibile tracciare segni sulla carta. Spesso la miscela è arricchita con piccole quantità di ocra. La sanguigna, nelle tecniche grafiche, può essere utilizzata come una comune matita di grafite, impiegando il tratteggio per simulare le parti in ombra d'un modello e lasciando pulita la superficie del foglio per quelle in luce. Oppure può essere utilizzata la tecnica della sfumatura in cui, servendosi d'uno straccio, l'artista spande i segni polverosi lasciati sul foglio dalla sanguigna fino ad abbassare il tono dell'intera superficie, per poi riprendere il lavoro asportando la polvere sui punti luce; per questa operazione si utilizza mollica di pane o gomma tenera. Spesso le due tecniche, tratteggio e sfumatura, vengono usate in combinazione. In molti antichi disegni la sanguigna si trova utilizzata insieme a carboncini o a pietra nera: veniva eseguito un primo abbozzo a sanguigna che era poi ripreso coi segni più scuri del carbone o della pietra nera. Il tono di colore più chiaro della sanguigna evitava che a lavoro finito i primi segni, spesso soggetti a ripensamenti, potessero intralciare la visione d'insieme della versione definitiva. Nel XVII secolo la sanguigna fu sovente adoperata su fogli tinti e in combinazione con la biacca o con il gesso, con cui s'ottenevano le luci, o a volte era usata insieme all'acquarello.
In questo frangente, l’artista ottocentesco riprende alla perfezione questa tecnica, in auge sin dal Rinascimento inserendo i8n queste due lunette amorini e animali simbolici.