1650 - 1701
Veduta di Parigi con la torre di Nesle e il Louvre
olio su tela, cm. 29,5x41,5
Nel XVII secolo, durante il cosiddetto Secolo d’oro olandese, le arti olandesi furono tra le più acclamate in Europa e nel mondo occidentale: dopo un periodo durante il quale le tradizioni artistiche erano strettamente legate al mondo religioso, il nuovo stile di vita portava con sé nuove fonti di ispirazione e originalità.
Questo diede origine a nuove forme di ispirazione: paesaggi, paesaggi marini o rappresentazioni cittadine, ritratti di gruppo, scene di vita quotidiana e nature morte, parzialmente ispirati ai dettagli dipinti entro le più grandi opere religiose, specialmente nelle Fiandre.
Durante il secolo d’oro, il commercio si espanse a tal punto che i ricchi commercianti iniziarono a divenire collezionisti, acquistando spesso opere che i pittori producevano in massa e ad un prezzo modico, come l’arte per decorare le case.
I pittori, quindi, si specializzarono sulla pittura di genere, tra cui le vedute cittadine.
Pieter Casteels II, noto anche come Il Giovane (ca. 1650-1701) è stato un pittore fiammingo che visse e lavorò nella città di Anversa.
Facente parte di una grande famiglia di pittori fiamminghi attivi nel XVII secolo, figlio di Peter I, ebbe a sua volta due figli pittori, Peter III e Frans III Casteels.
Le notizie sulla sua vita sono scarse: l’unica fonte bibliografica rinvenuta lo vede registrato nella corporazione di San Luca tra il 1673-74 e una partecipazione alla fiera di Saint-Germain, molto ambita dai pittori fiamminghi dell’epoca.
Sposato con Elisabeth Bosschaert, si specializzò nella pittura di vedute cittadine o scene portuali immaginarie dove è spesso la gran quantità di personaggi ad animare la composizione, caratterizzata prevalentemente da pennellate marroni e grigi, ove il cielo spesso risulta nuvoloso.
Nelle sue opere ritroviamo elementi ricorrenti come torri e particolari architetture che permettono all’osservatore di riconoscere immediatamente la mano dell’artista. Le sue opere si possono rinvenire oggi al Museo del Louvre, al Museo Carnavalet, al Museo di Besançon, al Museo di Quimper e al Museo nazionale di belle arti di Buenos Aires.
Stando alla produzione pittorica, si potrebbe ipotizzare un viaggio in Francia sulle orme del celebre Jean-François Millet, uno dei più importanti paesaggisti fiamminghi che lavorarono in Francia alla metà del Seicento ma non vi sono fonti a riguardo: il pittore potrebbe aver osservato altrui pitture o aver attinto da una fervida immaginazione.
Il lato spettacolare nelle opere di Casteels sono i personaggi che pullulano di vita: nella Veduta di Parigi, entro pennellate dai toni marroni e grigi che lasciano spazio a un cielo nuvoloso ma sereno, con toni di blu ad accarezzarlo, si possono notare tante piccole figure finemente e minuziosamente abbigliate, alcune secondo vesti nobiliari, altre secondo vesti contadine, che sembrano passeggiare tranquillamente nella natura.
L’opera, in buono stato di conservazione, mostra allo spettatore una Parigi divisa dalla Senna con a destra il Louvre e a sinistra la torre Nesle, oggi scomparsa, una delle torri angolari del recinto di Filippo Augusto, costruito all'inizio del XIII secolo.
Una vista movimentata, che vede l’attraccaggio di molte barche: la Senna, con la sua acqua salmastra, viene rappresentata con toni di azzurro e giallo, movimentata dalle onde che le barche provocano sulla superficie.
Sulla sinistra, alcuni uomini sembrano accamparsi, altri appaiono intenti a caricare le loro barche; alcune contadine, riconoscibili dai tocchi rossi dei loro grembiuli, conversano animatamente con uomini seduti, mentre una nobildonna riccamente vestita viene posta al centro del quadro, dove l’occhio dello spettatore si sofferma alla ricerca di sollievo dopo un lungo girovagare tra dettagli.
Questo via vai di folla che sembra quasi fluire come le onde della Senna, viene sommerso dalla ricca natura che lo circonda: come in altre sue opere, Peter Casteels immerge lo spettatore entro vedute attentamente studiate, ferme nel tempo - vedasi l’edera che abbraccia a sé la torre - in un confluire di dinamismo, vivacità e contemporaneamente staticità, un memento mori tipico della pittura di paesaggio.
Bibliografia di riferimento:
S. Segal, K. Alen, Dutch and Flemish Flower Pieces: Paintings, Drawings and Prints Up to the Nineteenth Century, Brill editore, Leida 2020