Sosta durante la caccia
Olio su tela, cm 73 x 96
Con cornice, cm 81 x 107
Il dipinto ritrae un gruppo di persone, alcune appiedate altre a cavallo, mentre sostano presso una fontana per far abbeverare cani e cavalli appunto. Pienamente immersi in uno scenario campestre, vicino alla riva di un fiume che si perde fra le proprie anse all’orizzonte, i personaggi in primo piano sono intenti a riposarsi durante quella che pare essere una battuta di caccia, come si evince dalla presenza della muta di cani da caccia, dai fucili, dai cavalli e dal falco posato sul braccio della donna al centro. La fontana di gusto classico è composta da una nicchia sovrastante la statua del dio Nettuno, chiaramente associato all’elemento acquatico, dal cui tridente zampilla un getto di acqua che va a raccogliersi nel bacino sottostante. Gli elementi in primo piano sono colpiti da un fascio di luce che risalta i colori delle giubbe, il manto degli animali e i piccoli particolari degli oggetti; rispetto al resto della composizione i colori sono più accesi, i riflessi più intensi e, in generale, il ruolo di queste figure si evidenzia nettamente rispetto al resto del paesaggio. Le piante, le acque e il cielo sono infatti contraddistinti da un tono più scuro e sfumato, pur mantenendo inalterata la qualità dei dettagli, quasi a volere rimarcare una separazione o un momento specifico attraverso l’illuminazione più intensa del primo piano. Il definitivo affrancamento della pittura di paesaggio come genere a sé stante si ebbe proprio nelle Fiandre nel corso del Secolo d'oro, ovvero il Seicento: ora cittadina, ora campestre, ora marina, ora centrata all'interno di edifici, la veduta va esplorando tutti i generi possibili, attraverso botteghe specializzate che garantiscono una produzione costante e diffusa, non più episodica e circoscritta alle particolari esigenze di un committente. Nel Settecento la spinta creativa proseguì e si ampliò con i cosiddetti capricci, ovvero vedute inventate dalla fantasia dei pittori che cercavano di inserire elementi che richiamassero l’antichità, come rovine e resti di edifici antichi molto simili alla fontana di Nettuno che possiamo ammirare in questo dipinto. L’estetica del pittoresco si rivede anche nella varietà e nella gradevole abbondanza di particolari, scorci e prospettive che si racchiudono nel quadro, di cui si continuano a cogliere nuovi spunti e nuovi dettagli man mano che lo si guarda. La grande tradizione vedutista del Seicento, che annovera i fratelli van de Velde, Rembrandt ma anche pittori italiani, inglesi e francesi, e che si affermò anche attraverso opere considerate di altro genere ma che contenevano esempi magistrali di vedute e panorami, si trasmise al Settecento dove si raccolsero gli stilemi adattandoli a un nuovo bisogno estetico e tematico coincidente con il trionfo di una pittura borghese, non più appartenente alla sola nobiltà e al clero, che incontrasse le richieste e i gusti di questa nuova classe emergente.