Marina in tempesta
Olio su tela, cm 140 x 85
Cornice, cm 118 x 174
Firmata in basso a destra e datata (1)909
L’opera si inscrive nella produzione più nota dell’artista, contraddistinta da una ricerca serrata sul tema del mare, avviata fin dal 1883 con suggestive vedute del porto di Genova. Fin dalle sue prime apparizioni il soggetto ottiene un indiscusso successo di pubblico e critica in occasione delle Esposizioni di Belle Arti di Genova, Firenze e, soprattutto, di Milano dove, nel 1884, Mariani vince il prestigioso Premio Principe Umberto con Saluto del sole morente (Collezione privata). Alla ricerca di nuove suggestioni l’artista arricchisce il suo repertorio con paesaggi del litorale ligure. In tal senso è determinante la sua prima visita, nel 1898, al centro balneare di Bordighera, celebre meta di villeggiatura dell’alta società dell’epoca, dove si trasferisce definitivamente nel 1907, trascorrendo la maggior parte dell’anno nella sua villa, oggi sede della Fondazione Mariani. Il luogo diviene un’inesauribile fonte di ispirazione per il pittore che si dedica alla realizzazione di schizzi, disegni, dipinti di marine, grazie anche alla straordinaria vista del litorale, da Sanremo a Montecarlo, che si poteva godere dalle vetrate del suo studio, La Specola, costruita dopo il 1911, all'interno del giardino di Villa Mariani. L’opera in esame, datata 1909, è realizzata negli anni subito successivi al suo trasferimento definitivo a Bordighera.
Un folto gruppo di opere ambientate a Bordighera descrivono, in particolare, marine in tempesta: l’artista affronta il motivo delle onde minacciose mosse da venti di tempesta, alcune volte con l’inserimento della figura umana in piccole barche o sulla riva, in opere di notevole impegno e grande formato, come Marina a Bordighera di Fondazione Cariplo, Le temerarie della Pinacoteca Civica di Vigevano, la Marina in tempesta le Collezioni delle ASST di Monza, Lo scoglio di Quarto Palazzo delle Belle Arti di Roma e Mare in burrasca, ampia tela riferibile al biennio 1906-1907 (Milano, Galleria d’Arte Moderna). L’artista restituisce con rinnovata intensità l’atmosfera minacciosa della tempesta imminente, il vento increspa le onde, mentre nuvole nere si addensano nel cielo grigio. Contribuisce ad ottenere un effetto di profondità il colore steso a dense pennellate, giustapposte a velature sottili e in alcuni punti graffiato via per lasciar intravedere il fondo blu cobalto, a riprova della continua sperimentazione condotta dall’artista sugli stessi temi, in un costante perfezionamento dei suoi mezzi tecnici. Una ricerca pittorica condivisa con i maggiori esponenti del naturalismo lombardo, anch’essi abituali frequentatori del litorale ligure, impegnati a realizzare una pittura di paesaggio condotta en plein air, come Eugenio Gignous, Giorgio Belloni e Emilio Gola.
Pompeo Mariani nasce a Monza il 9 settembre 1857, figlio di Martino Mariani e di Giulia Bianchi in una casa di Borgo Como, nei pressi della chiesa di San Biagio. La madre Giulia, figlia del pittore Giosuè Bianchi, era sorella del più famoso Mosè. Nel 1878 prende in segreto lezioni di pittura da Eleuterio Pagliano. Lo zio Mosè intercede per lui presso la famiglia che non lo voleva dedito all'arte, e lo sollecita a lavorare all'aperto nel Parco di Monza. Nel 1880 compie un viaggio in Egitto, riportandone dei lavori che susciteranno interesse e anche un buon successo commerciale dando inizio alla carriera del pittore. I lavori saranno presentati alle esposizioni dell'Accademia di belle arti di Brera nel 1881 e 1882. Nel 1883 frequenta Genova, ospite della sorella Anna Mariani. In quel periodo esegue una serie di dipinti fra cui "Saluto del sole morente" che vince il Premio Principe Umberto nel 1884. In quegli anni stabilisce il suo primo studio di pittura nella Villa Keller a Monza continuando anche a lavorare nel parco con lo zio Mosè ed il cugino Emilio Borsa. Nel 1885 espone a Parigi, "Saluto del sole morente" vincendo la medaglia d'oro, e a Londra, "La notte nel porto di Genova" che gli vale la medaglia d'argento. Nel 1888 ottiene la medaglia d'oro a Monaco di Baviera per "Tramonto nel porto di Genova" e la menzione d'onore all'esposizione universale di Parigi con "Cantuccio di primavera". Dedicandosi inoltre alla ritrattistica, esegue dipinti per la borghesia e la nobiltà milanese. Nel 1890 espone a New York, e nel 1893 a Chicago ottenendo notorietà anche oltreoceano. Dal 1898 comincia a frequentare Bordighera. Tra il 1900 e il 1903 tiene studio a Milano, in corso Magenta, lavorando a soggetti legati alla vita mondana della città ritraendone l'ippodromo, i caffè, i teatri. Avrà inoltre molte commesse dalla ricca nobiltà milanese tra cui i Bonacossa e gli amici Negroni. Nel 1904 muore lo zio Mosè Bianchi e si trasferisce nel suo studio milanese in via Monte Napoleone, dove rimarrà fino al 1918 per poi traslocare nuovamente, questa volta in piazza Sant'Alessandro. Dal 1908 i soggiorni a Bordighera divengono sempre più frequenti. In un primo tempo risiede all'Hotel d'Angleterre, ma nel 1909 acquista il cottage della Contessa Fanshawe, costruito dall'architetto Charles Garnier. La residenza sarà subito ingrandita e nel 1911. Espone oltreoceano, a Buenos Aires e, nel 1911, a New York dove le sue opere ottengono un tale successo che il miliardario Andrew Carnegie decide di acquistarne alcune, così come i Rothschild, Max Linder, Charlie Chaplin, Arturo Toscanini e Giacomo Puccini. Nel 1923 accetta di organizzare una grande mostra individuale, presso la Galleria Pesaro, di circa 340 tele con cui dare una visione completa del suo percorso artistico. Pompeo Mariani muore a Bordighera il 25 gennaio 1927