L’opera che vi proponiamo è registrata presso gli Arman Studio Archives di New York con il numero APA# 8021.04.178 e al verso reca timbro e cartiglio degli Archives Denyse Durand Ruel.
Pezzi di violino e numerosi pennelli sono stati applicati sulla tela dipinta, a sua volta racchiusa entro una bacheca in plexiglass. Al verso firmato e datato Arman -86-.
Figlio di un antiquario e di una violoncellista, Arman si forma presso l’École Nationale des Arts Décoratifs di Nizza e l’École du Louvre di Parigi, dove esordisce realizzando una serie di dipinti astratti. Nel 1954 si allontana dalla pittura tradizionale per dedicarsi ai Cachets, opere composte di timbri su carta ripetuti in maniera ossessiva, ispirate ai lavori di Kurt Schwitters e ai ritmi delle tavole di Jackson Pollock.
La pratica artistica specifica di Arman consiste nell'appropriarsi degli scarti della società, degli oggetti di uso quotidiano e riconfigurarli con un nuovo significato attraverso un'azione drammatica, violenta, che è sia gestuale che pittorica. L'oggetto viene smembrato, spezzato o bruciato per esemplificare il carattere autodistruttivo della società dei consumi. La drammaticità viene poi aumentata, poeticamente, dall'intervento pittorico, che va a confermare e accentuare la violenza del gesto e riconfigurare l'oggetto con un nuovo linguaggio. Ciò che lega tutte le sue opere sono proprio gli oggetti, protagonisti assoluti della sua arte. Siamo nei primi anni 60, infatti, quando il suo stile evolve e Arman realizza la sua natura di artista esponente della corrente del Nouveau Réalisme. Gli oggetti diventano essi stessa l'opera d'arte, come già era successo nel periodo Dada, dal quale però si ha un distacco concettuale. Non sono semplicemente esposti come simbolo dissacrante della tradizione artistica, ma sottoposti a un'azione distruttiva e invasiva, la medesima che la società esercita sui valori e sulla visione dell'uomo contemporaneo.
Tra gli anni Ottanta e Novanta Arman torna alla pittura in maniera letterale realizzando una serie di lavori in cui tubetti spremuti e pennelli diventano parte integrante della tela.
Nel 1959 Arman espone per la prima volta a Milano presso la galleria Apollinaire.
Nel 1961 Arman espone alla galleria Schwarz di Milano.
Nel 1962 partecipa alla mostra “The New Realism”, alla Sidney Janis Gallery di NewYork, dove verrà invitato per la sua prima personale in galleria l’anno successivo.
Tra il 1959 e il 1965, Arman realizza una serie di opere dal valore epocale che elevano il quotidiano, l’urbano e la modernità a soggetti privilegiati della sua poetica, portando a maturazione la sua riflessione artistica: “Allures”, sono tele che recano le impronte di oggetti immersi nel colore, “Accumulations”, raccolte di oggetti quotidiani selezionati per categorie, “Poubelles”, collezioni di rifiuti, detriti, residui, “Coupes” oggetti sezionati in due, “Colères”, utensili e cose spezzate, rotte e bruciate, poi riassemblate su pannelli di legno. Celebre per aver reso il quotidiano e gli oggetti da esso prelevati la propria tavolozza di colori, Arman istituzionalizza l’atto distruttivo quale atto di creatività artistica, proponendo al pubblico una diversa idea di bellezza estetica e artistica. Popolano le sue creazioni strumenti musicali, biciclette, orologi, vetture, monete e scarpe.
Nel 1987 partecipa a Documenta VIII di Kassel con l’opera Descente aux enfers.
E’ insignito del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore dal Presidente Mitterand nel 1989.