L'avvento del fascismo spinge Costetti ad aderire al Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Benedetto Croce nel 1925, quindi ad allontanarsi per un quindicennio dall'Italia, viaggiando fra Parigi, Oslo e Utrecht, mentre la sua visione dell'arte tende a sublimarsi e spiritualizzarsi sempre più, Costetti muore a Settignano (Firenze) nel 1949, poco dopo il suo ritorno in Italia.
Opere dell'artista sono oggi prevalentemente conservate presso i Musei civici di Reggio Emilia, la Galleria di Palazzo Pitti a Firenze e numerose collezioni private.