Ciro Ferri (Roma, 1634 – Roma, 1689) seguace di
L'Angelo Custode (Tobiolo con l'arcangelo Raffaele)
OIio su teIa
100 x 75 cm.
in cornice antica 126 x 99 cm.
Protagonista della nostra piacevole tela è l’Arcangelo Raffaele, immortalato mentre protegge un fanciullo [1]: il senso di tale iconografia, che si diffuse soprattutto tra il XVI e XVII secolo, ha assunto nel tempo un significato più esteso, finendo così per diventare l'emblema dell’angelo custode che ha il compito si proteggere ogni essere umano.
[1] Nel ‘Libro di Tobia’ l'angelo Raffaele, venne invocato da Tobi, uomo giusto e povero, affinché accompagnasse suo figlio Tobiolo, durante un viaggio; Raffaele indicò a Tobia la strada più sicura e lo salvò più di una volta, senza mai rivelarsi come angelo, se non alla fine della vicenda.
L’Angelo aptero (senza ali, quindi prima di rivelare la sua identità) é qui raffigurato con Ie sembianze di un giovane dai delicati Iineamenti ed una veste stretta in vita e scandita da un ampio panneggio. Il fanciullo che tiene con se, innocentemente impaurito, rivolge gli occhi aI cielo, ove attraverso uno squarcio delle nubi appare Ia Iuce deIIa grazia divina.
I caratteri stilistici e figurativi del dipinto rievocano gli echi della pittura romana del Seicento, distinta per lo stile raffinato, capace di unire il linguaggio barocco, per definizione sfarzoso, con elementi di ascendenza classicista.
In particolare, osservandone i caratteri iconografici ed i tratti disegnativi, ci pare calzante l’avvicinamento allo stile di Ciro Ferri (Roma 1633 - 1689), uno dei migliori allievi di Pietro da Cortona, che ne riprese la maestria disegnativa e la sapienza coloristica.
Rispetto al maestro, però, si discostò per uno stile più classicheggiante, delicato, impreziosito da una luminosità e una maggiore attenzione nel descrivere i dettagli: la nostra tela, di eccellente qualità, consente di ritrovare tutte queste caratteristiche.
In questo caso, pur apprezzando la qualità della pittura, risulta evidente l'operato di un'altra mano, di un allievo del pittore o verosimilmente un seguace attivo in un momento immediatamente successivo.
Va infine menzionato il valore aggiunto dell’incantevole scorcio paesaggistico sulla sinistra, in cui possiamo riconoscere il celebre ponte Dicle sul fiume Tigri, luogo dove si ambiente la storia di ’Tobiolo e l’angelo’ con le sue inconfondibili arcate, e la Fortezza di Diyarbakır, nell’attuale Turchia (oggi Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco).
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto completo di una piacevole cornice dorata ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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