Il banchetto di Erode
Primi del XVII secolo
olio su tavola, con lumeggiate in oro (nelle vesti di Salomè e nei tendaggi del palazzo in secondo piano)
56 x 80 cm., incorniciato 72 x 90 cm.
L'opera, ricca di dettagli qui non riportati, è consultabile per intero direttamente al seguente - link -
Pregevole dipinto eseguito ad olio su tavola raffigurante re Erode e la bella principessa giudaica Salomè secondo l’episodio tratto dal Vangelo di Matteo (14,3-11), che la vede come protagonista nella vicenda del martirio di Giovanni Battista. L’evento mostrato è un incrocio fra storia e leggenda, un mito prediletto per secoli da artisti di ogni campo: Caravaggio nella pittura, Oscar Wilde nel teatro, Richard Strauss nella musica. Nel modello artistico, Salomè, giovane incosciente strumento di vendetta della madre, diventa il simbolo di lussuria.
Per l’occasione del compleanno di re Erode, Salomè, l'avvenente figlia di Erodiade sua amante, si esibì in una danza seducente per il piacere dei commensali. Il suo ballo fu talmente gradito che Erode promise di darle come ricompensa qualsiasi cosa essa avesse desiderato, anche parte del su regno se avesse voluto.
La giovane si recò dalla madre per chiedere consiglio, ed Erodiade mossa dal rancore contro Giovanni Battista, le ordinò di richiedere la testa del Santo su un piatto. Salomè, vittima inconsapevole dei voleri della madre, diventa interprete dell’omicidio del Santo, ottenuto con abilità ed astuzia, e durante il banchetto presenta come fosse un trofeo la sua testa su un vassoio d’argento. Vediamo il Re reagire con sdegno a tale situazione, mentre le due donne appaiono indifferenti delle conseguenze del suo gesto, in piedi all'altro capo del tavolo con un vestito color oro ed un'ampia scollatura.
In secondo piano, sulla sinistra, viene rappresentato sincronismo ottico l’evento che precede la rappresentazione principale, ovvero il martirio e la decapitazione del Battista, che si svolge all’interno di una brulla prigione con le finestre sbarrate, in netta contrapposizione alla situazione di opulenza in primo piano.
Lo splendido dipinto è un'opera, data la qualità pittorica, attribuibile alla bottega del pittore Gaspar van den Hoecke (1585 – 1648), uno dei maggiori maestri del primo barocco fiammingo di Anversa, le cui opere risentono fortemente dell’ascendente pittorico di Frans Francken, artista di riferimento per la scuola olandese meridionale, e con il quale spesso sono state confuse per la netta similitudine stilistica.
Si veda a titolo comparativo le due opere del Van den Hoeche:
- Parabola di Lazzaro e del ricco Epulone’ (link)
- Il Banchetto di Baltassar, New York, Sotheby's, 24.01.08, lotto 210 (link)
Come possiamo constatare i suoi dipinti, dominati da figure trattate con estrema cura e ammantate in abiti da larghi e pomposi volumi, sono resi con un intenso splendore cromatico e caratterizzati da una ricercatezza nella scelta dei pigmenti tipica della scuola fiamminga di alto livello. La gestualità studiata degli attori e la loro mimica intensa sono fautori della forte tensione narrativa che trapela dalla tavola, e resi con estremo realismo e definizione.
La tavola si trova in ottimo stato si conservazione, e non evidenzia particolari restauri all’analisi della lampada di wood. Cornice in legno dorato, non coeva.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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