Periodo: Anni 1930-40
Terracotta patinata ad effetto bronzo
Dimensioni: Altezza circa 27 cm
Questa scultura raffigura un cinghiale, simbolo della Toscana, colto in movimento su un basamento ornato di foglie di quercia. Lo stile dell'opera si caratterizza per un realismo reso attraverso una stilizzazione tipica del tardo periodo Art Déco, con una semplificazione formale che esalta la forza e la vitalità del soggetto senza appesantirlo con dettagli superflui. Rossi interpreta il cinghiale, una figura legata alla tradizione rustica e venatoria toscana, con una forma sintetica e moderna, riflesso della sensibilità artistica del Novecento.
La scelta della terracotta come materiale, con una patinatura che richiama l'effetto del bronzo, si inserisce nella tradizione artistica toscana che, dalla cultura etrusca al Rinascimento, ha reso questo materiale un simbolo di versatilità e maestria artigianale. Questo legame con il passato si unisce alla modernità della forma.
La scultura è documentata nell'opera Un lungo viaggio verso il ‘Novecento’, scritta da Gigi Salvagnini e pubblicata dal Centro Libero Andreotti, che esplora in profondità la carriera e le opere di Giorgio Rossi.
Proveniente direttamente dal lascito del maestro alla sua famiglia, l'opera è rimasta nella collezione degli eredi, conservata come testimonianza della maturità artistica di Rossi.
Il cinghiale, profondamente radicato nella tradizione toscana e celebrato, tra l’altro, dalla famosa scultura del Porcellino a Firenze, viene reinterpretato da Rossi con un linguaggio che combina realismo e una stilizzazione moderna e sintetica. L’opera riflette il gusto per l’equilibrio tra tradizione e innovazione tipico del tardo periodo Art Déco, sottolineando la capacità dell’artista di fondere forza espressiva e raffinatezza formale.
Ottimo stato di conservazione, con una patinatura ben preservata e dettagli leggibili che valorizzano l'estetica dell'opera.
Esposizioni:
Quest’opera appartiene al periodo in cui Rossi partecipò a prestigiose esposizioni nazionali, come la Biennale di Venezia (1930, 1936), dove le sue opere furono elogiate per la qualità tecnica e la capacità di interpretare la modernità senza tradire la tradizione.
Biografia dell’artista
Giorgio Rossi (1894–1981) è stato uno scultore toscano di grande rilievo, capace di interpretare il realismo e la tradizione figurativa con una sensibilità moderna. Nato a Firenze, si formò presso l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Antonio Bortone. Le sue opere, spesso realizzate in terracotta e alabastro, si distinguono per una sintesi formale che celebra la forza espressiva del soggetto attraverso un linguaggio moderno e raffinato.
Partecipò a prestigiose esposizioni, tra cui la Biennale di Venezia (1930, 1936), ricevendo apprezzamenti per la qualità tecnica e l’originalità delle sue opere. Per oltre trent’anni insegnò presso la Scuola Artistica e Industriale di Volterra, influenzando generazioni di artisti e contribuendo al rinnovamento artistico toscano.
Le opere di Rossi, spesso provenienti dal lascito familiare, testimoniano il suo contributo alla scultura italiana del Novecento, con una visione che unisce tradizione e innovazione, radici etrusche e sensibilità moderna.