Legno, peltro, osso e rame sbalzato.
214x100x45 cm
L’elaborato mobile, dall’aspetto alquanto singolare, rappresenta perfettamente lo stile eclettico dell’arredamento firmato Carlo Bugatti. Composto apparentemente da due pezzi, l’arredo è stato realizzato in legni policromi e intarsi di osso disposti in motivi geometrici. Le due travi laterali presentano una decorazione in peltro che ricorda gli ideogrammi giapponesi, alternata a figure di insetti stilizzati. Le colonnine della parte inferiore sono ricoperte da molteplici fasce in rame, lavorate con la tecnica dello sbalzo in motivi floreali. Nella parte superiore del mobile troneggia un grosso rosone in rame sbalzato che funge da anta per un incavo interno, anch’esso decorato da colonnine in legno. Stilisticamente affine al gruppo di mobili creato da Bugatti come regalo di nozze per il matrimonio della sorella Luigia, come si evince nelle pagine illustrate del volume Carlo, Rembrandt, Ettore, Jean Bugatti a cura di Philippe Dejean.
BIOGRAFIA
Carlo Bugatti nasce a Milano nel 1856; il padre Giovanni, un uomo ecclettico dagli interessi che spaziano dalla scienza, all’architettura e alla scultura, gli impartisce la prima educazione artistica. Nel 1875 si iscrive all’Accademia di Brera, dove conosce il futuro pittore Giovanni Segantini; si iscrive alla Scuola di ornato seguita dal docente Claudio Bernacchi, per poi perfezionarsi all’École des Beaux Arts di Parigi nel periodo di formazione del celebre orefice René Lalique. Bugatti inizia il suo percorso di artista come architetto, disegnando edifici dal gusto esotico, per poi orientarsi negli anni ’80 dell’Ottocento sempre più verso la progettazione e creazione di mobili originali a cui affianca l’utilizzo di materiali stravaganti e sui generis. Il mobiliere e designer è figlio di un’epoca segnata dalla rivalutazione del Medioevo, da cui nascono movimenti come il neogotico di John Ruskin e l’Arts and Crafts di William Morris e a cui si aggiunge uno spiccato interesse verso l’arte orientale, diventando anticipatore dello stile Liberty in Italia. Le opere di Bugatti presentano, sin dagli albori, una combinazione di motivi floreali, ma anche insetti, riferimenti all’arte giapponese e islamica; i materiali scelti sono una vastità di legni volta a creare policromie ma anche l’uso di intarsi di peltro, avorio, osso, metalli come bronzo, ottone e soprattutto rame, spesso lavorati con la tecnica dello sbalzo e per finire, la pergamena: l’artista aveva infatti inventato un collante estremamente resistente in grado di aumentare la durabilità degli oggetti.
La prima opera di Bugatti di cui conserviamo una documentazione scritta è la camera da letto progettata per la sorella Luigia, che nel 1880 sposa il già citato Segantini. Lo stesso anno, Carlo Bugatti sposa Teresa Lorioli, dalla quale avrà tre figli: Deanice, Ettore e Rembrandt.
Nel 1888 partecipa all’Esposizione di Earls Court di Londra, dove presenta tra le sue creazioni un paravento dal gusto ecclettico, particolarmente apprezzato dalla critica inglese, come dimostra la sua presenza all’interno della rivista The Journal of Decorative Art. Dal 1890 in poi Bugatti crea i suoi modelli più noti, tra cui le sedie in legno e pergamena con spalliera inclinata, le scrivanie con ornamenti in rame a sbalzo, le canapè a tre posti, ma anche scrittoi, armadi e letti. Nel 1900 prende parte all’Exposition International di Parigi, riscuotendo grandi successi, per poi esporre la sua Stanza-Chiocciola, singolare invenzione che imitava negli esterni e interni la conchiglia dei gastropodi, a Torino nel 1902. Lo stesso anno gli viene commissionato dall’architetto mussulmano Antoine Losciac una serie di mobili destinati alla casa della madre del kedivè d’Egitto Abbas Helmy II.
Proprio all’apice della sua carriera, Bugatti cede al mobiliere De Vecchi, suo collaboratore, la sua fabbrica di mobili di Milano per trasferirsi a Parigi. Qui si dedica alla realizzazione di piccoli oggetti d’arredo e oreficeria in argento e rame lavorati a cesello; le opere di questo periodo, caratterizzate da una marcata influenza dell’Art Deco, sono frequentemente decorate da curve sinuose, rimandi floreali nonché dal repertorio di libellule stilizzate, a cui implementa figure di rane, maschere e palmette. Assieme alle opere del talentuoso figlio Rembrandt, che nel frattempo si è formato come scultore (celebri e ricercate le sue sculture di animali), gli oggetti di Bugatti vengono esposti, venduti ma anche riprodotti da Adrien Hebrard, fondatore della fonderia omonima.
Nel 1910, a seguito della salute cagionevole della moglie Teresa, Bugatti lascia Parigi per trasferirsi a Pierrefonds, città di cui diventa sindaco, iniziando a dedicarsi alla pittura e alla scultura; gli anni successivi la vita di Bugatti è costellata da un susseguirsi di disgrazie, primo tra tutti il suicidio del figlio Rembrandt, toltosi la vita a soli 32 per problemi economici, poi la morte della figlia Deanice nel 1932 e quella della moglie tre anni dopo. Si trasferisce quindi a Molsheim, in Alsazia, dove dal 1909 il figlio Ettore dirige la sua celeberrima azienda di automobili, la Bugatti. Nel 1939, assiste all’incidente mortale del nipote, Gianoberto Bugatti, detto “Jean”, primogenito di Ettore, deceduto durante la prova di un modello da corsa dell’azienda. Muore nell’aprile del 1940, poco prima dell’invasione tedesca; è seppellito nel cimitero di Dettwiller.