La prima ideazione dell'opera potrebbe risalire al 1891, quando a Milano sostò il circo americano diretto da William Frederick Cody, più noto col nome di Buffalo Bill, che metteva in scena "Il Grande Spettacolo del West". La fusione in bronzo avvenne nel 1893, come risulta dall'iscrizione sulla base. In questa data l'artista presentò il bronzo alla Permanente di Milano e all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma, dove fu acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione e destinato alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Il gesso originale è conservato al Museo del Paesaggio a Pallanza di Verbania.
Paolo Troubetzkoy, uno dei più eminenti scultori del suo tempo, proveniva da una nobile famiglia russa. Nel 1884, intraprese gli studi a Milano sotto la guida di Ernesto Bazzaro, entrando così in contatto con l’ambiente artistico della scapigliatura lombarda. Troubetzkoy si specializzò nella creazione di piccoli ritratti e graziose figure femminili in bronzo, caratterizzati da un modellato vibrante e raffinato. La sua abilità e il suo talento gli valsero presto un notevole successo, sia a livello nazionale che internazionale.
Nel 1889, all’Esposizione Universale di Parigi, Troubetzkoy fu premiato per il suo eccezionale lavoro. Questo fu solo l’inizio di una serie di riconoscimenti significativi che avrebbe ottenuto nel corso della sua carriera. Nel 1897, a Dresda, ricevette la medaglia d’oro, e nel 1900 a Parigi vinse il prestigioso “Grand Prix de la sculpture”. La sua fama crescente lo portò ad essere nominato professore presso l’Accademia Imperiale di Mosca, e si trasferì quindi in Russia. Fu qui che vinse un concorso per la realizzazione di un monumento equestre dedicato ad Alessandro III, che venne eretto a San Pietroburgo.
Nel 1905, Troubetzkoy si trasferì con la sua famiglia a Parigi, dove risiedette fino al 1911. Durante questo periodo, assorbì l’influenza artistica di Auguste Rodin. Nel 1913, espone con grande successo una sala personale alla Secessione romana. Opere come “Mia moglie” e “Mia madre”, acquisite dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, ottennero grande consenso da parte del pubblico e della critica, consolidando ulteriormente la sua reputazione come scultore di grande talento.
Successivamente, si recò negli Stati Uniti, dove rimase durante tutto il periodo della prima guerra mondiale. Nel 1921 si trasferì a Neuilly, in Francia. Oltre alle sue famose figure femminili e agli animali di piccolo formato, che rappresentavano i suoi lavori più felici, realizzò anche opere monumentali. Tra queste, spiccano il Monumento a Cadorna a Pallanza e quello a Cavallotti a Intra. Nel Museo del Paesaggio a Verbania è conservata la gipsoteca Troubetzkoy, che permette di esplorare l’intera carriera artistica dello scultore attraverso le sue opere in gesso.