Sacra Famiglia con Santa Elisabetta - Cristo risorto
(2) Olio su rame, cm 24,5 x 16,5
Con cornice, cm 67 x 41
La coppia di ramini che qui viene descritta si può ricondurre, per stile e per soggetto, alla produzione veneta del XVII secolo. In particolare, la Sacra famiglia si avvicina al soggetto raffigurato da Hans Rottenhammer (Monaco di Baviera, 1564 – Augusta, 1625) e oggi conservato presso l’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Il pittore tedesco con l'aiuto del conte Guglielmo V di Baviera fu spedito in Italia per un viaggio formativo. Qui lavorò con Paul Bril a Roma e Jan Brueghel il Vecchio, con il quale lavorò ad un quadro a quattro mani raffigurante la Discesa di Cristo al Limbo, prima di stabilirsi a Venezia nel 1596, come assistente di Adam Elsheimer. Stette per ben 10 anni in Veneto prima di far ritorno in Germania nel 1606; durante questa lunga permanenza si lasciò ispirare dai grandi maestri veneti, soprattutto da Tintoretto, di cui fu ammiratore, e dalla sua scuola. Il soggetto del Cristo risorto, che appare in tutta la sua dirompenza squarciando le nubi, era tipico nell’arte veneta del periodo, come anche la Sacra famiglia per altro, ma i forti contrasti luminosi e la resa così vivace e materica delle tonalità avvicinano l’opera del Rottenhammer a quella del Tintoretto. Ai suggerimenti veneti vanno sommati quelli provenienti dal nord Europa e dalle grandi corti europee: il manierismo diffusosi in Germania e nell’Impero asburgico durante la seconda metà del Cinquecento aveva prodotto dei modelli stravaganti per figure diaboliche e mostruose simili al demone schiacciato dal Cristo risorto. Considerando inoltre la zona di provenienza del pittore va assolutamente considerato il solco dell’ambiente artistico in cui crebbe e in cui mosse i primi passi prima dell’apprendistato in Italia. A completamento di questi splendidi dipinti su rame sono installate due cornici coeve in legno intagliato, laccato e dorato a struttura architettonica su base a volute con scudo araldico coronato.