Questo doppio ritratto, eseguito a olio su tavoletta con un uomo con cappello da un lato e una donna dall’altro, risale agli anni del contatto di Mario Bionda con Felice Casorati. Il dipinto riflette l’influenza del realismo magico torinese degli anni ’30 e del Gruppo dei Sei di Torino. Le figure, immerse in un’atmosfera sospesa e contemplativa, incarnano un realismo dal tono metafisico che caratterizza la ricerca artistica di Bionda in quel periodo.
Proveniente dalla famiglia di un collezionista e antiquario che conosceva direttamente Mario Bionda e che partecipò all’organizzazione di una delle sue mostre. Questo contatto diretto con l’artista conferisce all’opera un’importanza storica, legandola ai circoli culturali piemontesi dell’epoca.
Mario Bionda nasce a Torino il 25 luglio 1913. Dal 1927 al 1933 studia privatamente presso lo studio di Felice Casorati, partecipando a mostre collettive organizzate dal Maestro in varie città italiane come Milano, Genova e Torino. A soli 17 anni espone alla XVII Biennale di Venezia con l’opera Case e neve e nel 1935 partecipa alla Quadriennale di Roma.
Dopo un periodo in Monferrato e ad Asti, si trasferisce a Milano nel 1939, dove fonda una piccola fabbrica di giocattoli che lascia ai figli nel 1954 per dedicarsi completamente alla pittura. Collabora con Alfredo Chighine e, grazie a lui, entra in contatto con Gino Ghiringhelli della Galleria Il Milione, esponendo sia in Italia che all’estero. Partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia nel 1958. Nel 1983 si stabilisce nella campagna astigiana a Penango, dove muore nel 1985.