Quattro paesaggi
(4) olio su tavola, cm 36 x 48
Con cornice, cm 51,5 x 63
Paesaggi dal sapore onirico ed estasi naturale permasero nell’immaginario collettivo neoclassico quale prediletto sfondo architettonico. I monumenti variamente censiti dagli artisti, sempre pronti al perfezionamento di fantasia, ebbero inoltre a vanto il fascino del mito classico, raccolto a piene mani e convertito a narrazione visiva. Nel presente gruppo di dipinti, la dolce cadenza del panorama, che si arricchisce della diversa luce del giorno, introduce al sentimentalismo più poetico del neoclassicismo, evidenziato dalla lente sacrale scelta dall’artista per analizzare i vari momenti.
La scelta formale e dispositiva del numero quattro, considerato l’attento clima neoclassico che ricercava la scientificità del classicismo, manifesta allora il significato intrinseco ai presenti dipinti. Nella storia dell’arte, il numero quattro si adatta a iconografie ricorrenti. I quattro elementi naturali divengono, ad esempio, pretesto per evidenziare le attività dell’uomo, come accade nella serie di tele eseguita da Vincenzo Campi e oggi conservata presso la Pinacoteca milanese di Brera. In ragione degli attributi retti dai personaggi rappresentati, è possibile isolare il rispettivo elemento di riferimento: La fruttivendola, esponendo l’abbondanza di frutti e ortaggi, esacerba la fecondità della terra. Se nei Pollivendoli è possibile riconoscere invece l’azione dell’aria, in ragione degli animali oggetto di manifestazione, nei Pescivendoli è insita l’acqua. Infine, nella nordica Cucina presso cui è intenta una vivace congerie di attori prossimi alle azioni più caratteristiche, si riconosce, di rimando, l’elemento del fuoco.
La famiglia bassanesca, promotrice di composizioni concertate, raccolse sicuramente l’esempio di Jacopo (1510-1592) nella riproposizione instancabile delle Stagioni, sempre arricchite da nuovi elementi. La serie oggi attribuita a Jacopo e conservata presso la Galleria Borghese di Roma evidenzia con lento incedere la sopravvivenza umana durante ogni stagione.
Le quattro virtù cardinali costituiscono invece, insieme alle tre teologali, la summa etica auspicabile dall’uomo. Il numero quattro rimanda all’umanità e, pertanto, le stesse virtù sono acquisibili da tutti i credenti. Sandro Botticelli (1445-1510) le rappresentò in forme femminili, dalla ieratica potenza: Prudenza, Giustizia, Fortezza (Firenze, Gallerie degli Uffizi).
Parimenti ritenuti solo quattro per via di credenze mitico-religiose che andavano condizionando le esplorazioni, i continenti del mondo noto furono stigmatizzati da Giambattista Tiepolo (1696-1770) entro un maestoso affresco eseguito per lo Scalone d’onore della residenza del Principe-vescovo di Würzburg. I generosi dettagli che accompagnano ogni personificazione consento di riconoscere facilmente America, Asia, Africa ed Europa. Non da ultimo, i quattro evangelisti devono il loro numero alla metaforica associazione con i quattro angoli della terra. L’azione del loro apostolato, estendibile Urbi et orbi, si ricollegava al veterotestamentario tetramorfo, come testimoniato dai dipinti di Nicola Grassi (1682-1748), oggi custoditi entro la chiesa parrocchiale di Ampezzo.
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