Splendido quadro fiammingo del XVII secolo. Opera ad olio su tela raffigurante un soggetto mitologico dal grande fascino, Meleagro offre la testa del cinghiale ad Atalanta. Le moire avevano predetto che Meleagro sarebbe vissuto fino a quando un ciocco di legno non si fosse consumato e quindi la madre Altea lo tenne al sicuro in una cassa. Il padre, Oineo, si era dimenticato di onorare Artemide dopo un fortunato raccolto. Le Dea si vendica inviando un gigantesco cinghiale che devasta i campi e uccide chi esce dalle mura della città. Per abbattere il mostro Oineo raduna i più grandi eroi del tempo, compresa Atalanta, un'incredibile cacciatrice che infatuò Meleagro. Fu la prima a ferire l'animale ma ad ucciderlo ci pensò lo stesso Meleagro con un colpo di giavellotto. Per riconoscenza o per amore il ragazzo consegnò la testa e la pelle del cinghiale come trofeo ad Atalanta. Ne nacque una disputa con gli zii e Meleagro reagì uccidendoli. Sua madre Altea, appena seppe che il figlio aveva ucciso i suoi fratelli, prese il ciocco di legno e lo mise su un braciere. Opera di notevole qualità pittorica che si ispira ad una tela di Peter Paul Rubens (1577-1640), certamente prendendo a modello i protagonisti della storia ma immergendoli in un paesaggio arcadico di gusto fiammingo non presente nella composizione originale. Scenografica cornice del XIX secolo in legno intagliato e dorato, con alcune cadute di doratura e segni del tempo (vedi foto). Dipinto già restaurato con rintelo, sostituzione del telaio e ripresa del colore in piccoli punti. Nel complesso in buono stato conservativo. Luce dipinto H 83 x L 62 cm.
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