Splendido quadro italiano del XVII secolo. Dipinto ad olio su tela raffigurante l’alleanza di Giacobbe e Labano. Il soggetto è ispirato ad una tela di Pietro da Cortona (1596-1669), conservata al Museo del Louvre e realizzata intorno al 1630-35. Il pittore, capace allievo o seguace del maestro, sceglie di raffigurare solo la parte destra della composizione di Pietro da Cortona, ovvero la scena in cui Giacobbe e Labano vengono al patto, escludendo la porzione di destra in cui sono raffigurate Lia e Rachele, le due mogli di Giacobbe e figlie di Labano, mentre Rachele nasconde gli idoli sotto alle sue vesti. La vicenda è raccontata nella Bibbia, dove Labano, fratello di Rebecca diede ricovero al nipote Giacobbe, che cercava rifugio dall’ira di Esaù, e promise di dargli in sposa la figlia Rachele, a condizione che lavorasse per lui sette anni. Quando però giunse il momento delle nozze, sostituì a Rachele la primogenita Lia. Giacobbe, accortosi troppo tardi dell’inganno, dovette impegnarsi ad altri sette anni di lavoro per avere in sposa Rachele. Dopo anni di servizio, Giacobbe chiese di essere pagato con ogni capo di colore scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre. Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, li scortecciò e li mise negli abbeveratoi. La suggestione ottica induceva le capre e le pecore a concepire e partorire capi scuri, striati e punteggiati. Le sue greggi crescevano numerose e forti ed egli diventò più ricco del suo parente, suscitandone l'invidia. Dietro suggerimento del Signore, Giacobbe decise così di tornare in Canaan. Cercando di evitare ogni possibile disputa, partì con la sua famiglia mentre Labano era assente per la tosatura delle pecore. Ma quando, tre giorni dopo, suo zio tornò a casa, si infuriò, sentendosi offeso perché Giacobbe era partito di nascosto e non gli aveva consentito di salutare le figlie e i nipoti. Per giunta, i suoi terafim, le statuette, o idoli, che raffiguravano le divinità familiari, erano scomparsi. Dopo 7 giorni di inseguimento, Labano e i suoi raggiunsero il gruppo di Giacobbe. L'uomo più giovane era indignato nel sentirsi accusato di furto degli idoli e disse a Labano di frugare a volontà nelle tende della sua famiglia. Nessuno dei due infatti poteva sapere o anche immaginare che era stata Rachele a prendere gli idoli e che li avesse nascosti nella sella del cammello. Il paesaggio arioso e sereno fa da cornice a una storia a lieto fine: dopo una serie di contrasti Giacobbe fa pace con il suocero Labano. Un capretto sta per essere sacrificato per sancire così la pace. Quadro che presenta una piccola cornice del XX secolo in legno intagliato e dorato, con alcuni segni del tempo. Opera già restaurata con rintelo, sostituzione del telaio e ripresa del colore in piccoli punti. Nel complesso in ottimo stato conservativo. Luce dipinto H 171 x L 95 cm.
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