Questa sfavillante natura morta in posa dà conto della richezza e della scenograficità che simili immagini raggiunsero a Napoli nel tardo barocco: sappiamo dagli inventari come il genere della natura morta toccò vertici inaviccinabili.
Questa tela delicata, di squisita fattura e apprezzabile per l'ottimo stato di conservazione,ci mostra decisi influssi dell'opera di Andrea Belvedere, ovvero colui che traghetta le invenzioni di Brueghel nel Settecento napoletano, conferendo alle sue composizioni una brillantezza ed una leggiadria non ancora comparse.
Le differenze dal Belvedere e da tutto il seicento con questa tela sono il porre a cascata il boquet floreale, nella tavolozza rischiarata e nelle pennellate fratte che formano i petali delle ortensie bianche nel bel mezzo della tela; qua stiamo assistendo ad un evoluzione rispetto al naturalismo degli autori precedenti, dove i vari elementi emergevano da un fondo scuro con una luce tagliente che torniva i volumi della frutta o dei fiori.
Incontriamo nella nostra tela una complessità maggiore ovvero un paesaggio sullo sfondo ed un vaso di rame da cui cadono i fiori, sulla sinistra troviamo un melone, delle pesche e dei piccoli funghi porcini.
Studiando il modo di comporre la tela, di usare colori così delicati e vivi e la poetica figurativa dell'insieme non possiamo che fare il nome del talentuoso pittore Nicola Casissa ( 1680 – 1731 ).
Guardando questa straordinaria opera non possiamo che scorgere una composizione en plein air compatta e densa dove il pennello del nostro artista si fa più veloce ma sempre descrittivo con un intenso dinamismo che sembra animare la composizione stessa con un forte senso di decorativismo e di fasto con toni cangianti di rosso, blu, bianco davvero riusciti ed energici.
Analizzando la tavolozza rischiarata, il sofisticato uso del lume che serpeggia crepitante tra petali e i gambi, la frivolezza tutta rococò della raffigurazione, non posso che pensare ad una datazione piuttosto precoce di questa opera nell'attività del Casissa, quindi intorno al 1700 o primissimi anni successivi.
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Dr. Riccardo Moneghini
Storico dell' Arte