Probabilmente vi verranno in mente le più famose… quella di Botticelli e quella di Canova in testa. Eppure le tre fanciulle abbracciate hanno origini molto antiche, oltre duemila anni di storia!
Chiamate dai greci Cariti, erano figlie di Zeus e della ninfa Eurinome ed erano tre dee portatrici di gioia e bellezza. I loro nomi erano Aglaia (“splendore”), Eufrosine (“gioia e letizia”) e Talia (“prosperità”); presiedevano ai banchetti e alle danze, accompagnavano Afrodite ed Eros, le divinità dell’amore, e con le muse danzavano per gli dei al suono della lira di Apollo.
Con il Neoclassicismo, le tre Grazie abbiano una seconda rinascita. E d’altra parte cos’è il Neoclassicismo se non la riproposizione dei soggetti e dello stile dell’antica Grecia? Nella spasmodica ricerca del bello ideale le tre dee tornano al centro dell’attenzione di tutti i maggiori artisti dell’epoca.
Sculture memorabili sono realizzate da Antonio Canova, James Pradier e Bertel Thorvaldsen. Tornano le pose classiche anche se con interessanti varianti: Canova, ad esempio, dispone le fanciulle in modo che non ce ne sia nessuna rivolta con la schiena all’osservatore e tutte e tre si abbraccino strette quasi a diventare una cosa sola.
La presente scultura è probabilmente di artista fiorentino, quindi italiano. La base è coeva, su piedistallo decorato con palmette, unghiature, foglie d'acanto e fiori.
Gruppo scultoreo da studiare
Toscana,Italia, prima metà del Diciannovesimo secolo