Ercole De Maria (San Giovanni in Persiceto, ? – 1640 ca), attr, San Paolo

Ercole De Maria (San Giovanni in Persiceto, ? – 1640 ca), attr.
San Paolo
Olio su rame, cm 18 x 14
Con cornice toscana Luigi XV in legno intagliato, cm 39 x 28

L’opera in esame, un superbo esempio di olio su rame ovale raffigurante San Paolo, riconoscibile dall’attributo della spada, è attribuibile alla mano dell’artista emiliano Ercole De Maria.
Poche notizie restano della vita di questo pittore originario di San Giovanni in Persiceto (Bologna), figlio di Guido, e quindi detto Ercolino di Guido, Ercolino Bolognese o ancora Ercolino de Castel San Giovanni, operoso nel quarto/quinto decennio del Seicento. 
La fonte principale sulla sua biografia risulta Carlo Cesare Malvasia che ne tratta brevemente nella Felsina pittrice (1678), in appendice alla vita di Francesco Gessi, del quale frequentò la scuola. Qui viene celebrato proprio per le sue eccellenti doti come copista delle opere del maestro e collaboratore bolognese Guido Reni, tanto che di lui si dice: “[…] copiava ben poi le cose di quest'ultimo (Guido Reni) in modo che nissuno di quella gran scuola da quelle del maestro distinguerle talor sapea […]”. 
Si può ritenere che l'ingresso del De Maria nella bottega del Reni sia avvenuto prima del 1630, poiché nel 1635 egli godeva della fiducia del maestro, che gli assegnò l'incarico di trasportare il San Michele Arcangelo nella Chiesa dei cappuccini a Roma "e, se occorso fosse, ove patito avesse il ritoccasse" (Malvasia [1678], 1841, p. 253). Durante il soggiorno romano dipinse due piccoli affreschi nella cappella Sistina di Santa Maria Maggiore, eseguì copie di quadri del Reni per i Barberini e per il pontefice, ed ebbe, da Urbano VIII, l'incarico di dipingere una delle tele di S. Pietro. Prima del ritorno a Bologna gli venne, inoltre, conferita l'onorificenza di "Cavaliere di N. S.". Tra le opere del maestro che vide e con le quali si cimentò si può citare ad esempio l’Annunciazione della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, oggi conservata nella Chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna. 

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