Ritratti di imperatori romani: Vespasiano e Domiziano
(2) Olio su tela, cm 96 x 72
Con cornice, cm 107 x 83
Iscrizioni ai lati degli ovali:
D(ominus) TITVS VESPASIANVS
FLAVIVS DOMITIANVS.XII. (=dodicesimo della serie)
La presente coppia di dipinti raffigura due imperatori, Domiziano e Vespasiano, isolati in una cornice ovale a trompe l’oeil. Il cipiglio nobile e altero dei figuranti, espressivamente chiaroscurato in un bagno di ombre, viene sapientemente dosato dall’artista tramite l’utilizzo di colori essenziali: dal rosso acceso dei manti purpurei di comando sino all’ombra delle corazze, prontamente scintillanti in un’autoreferenziale celebrazione di potere. I ritratti traggono certamente spunto, tuttavia non uniformandosi, alla celebre serie degli Undici Cesari di Tiziano. Eseguita per Federico II Gonzaga, quinto marchese di Mantova, la serie trovò naturale destinazione in una sala progettata dallo stesso Giulio Romano entro il Palazzo Ducale di Mantova. Tiziano trasse ispirazione dalle vite dei dodici Cesari di Svetonio, incentrate sulla parabola governativa che andava da Giulio Cesare sino a Domiziano, preferendo tuttavia dare l’avvio alla propria sequenza da Ottaviano Augusto, il secondo cesare svetoniano. Estremamente celebrati, i dipinti vennero replicati in svariate occasioni da Bernardino Campi, Giovanni Paolo Lomazzo e Annibale Carracci. Il Campi si sostituì a Tiziano (1537-38) nell’esecuzione dell’ultimo cesare, Domiziano (1562). Venduti da Vincenzo II Gonzaga a Carlo I d’Inghilterra, i dipinti passarono poi nelle collezioni dei reali di Spagna, andando definitivamente perduti in occasione dell’incendio dell’Alcazar di Madrid.
La coppia in esame passa in rassegna Vespasiano e Domiziano, ovvero padre e figlio. Generale romano, Vespasiano fu imperatore dal 69 al 79. Fu il quarto ed ultimo dei famosi ‘quattro imperatori’ e potè dare quindi inizio all’omonima dinastia famigliare Flavia. Vespasiano sedette al consolato in compagnia del figlio Tito, fratello di Domiziano. Al pari del padre, Domiziano inziò la scalata al governo da amministratore; dopo aver rafforzato la burocrazia militare, adottò, quando imperatore (81-96) una politica protezionista atta a proteggere i produttori di vino e gli agricoltori, intendendo in questo favorire l’oculato accrescimento delle riserve di grano per scongiurare carestie.
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