Quadriga con i cavalli di San Marco
Bronzo, cm 31 x 16 x 17 (alt.)
Il gruppo scultore dei quattro cavalli di San Marco, in lega bronzea dorata, è oggi custodito presso il Museo della Basilica omonima di Venezia e rappresentato, idealmente, da una copia sul loggione della facciata.
Ipotizzato copia romana di un’originale opera greca, il gruppo è citato da buona parte delle fonti bizantine. Niceta Coniata, nella sua Historia, rammenta un episodio indirettamente fondamentale per la corretta localizzazione del gruppo. In occasione dei festeggiamenti indetti dall’imperatore Manuele I Comneno per la visita della capitale da parte del sultano di Iconio nel 1158, un giocoliere si gettò dai pressi dei cavalli, immedesimandosi in un novello Icaro. “Sono ben fissati quattro cavalli di bronzo (…) spalmati d’oro, con i colli un po’ incurvati, che si guardano l’un l’altro nel muso e si mostrano sbuffanti nella corsa verso la meta”, proprio sopra i carceres, i cancelli dell’Ippodromo in cui i cavalli delle corse attendevano il segnale di partenza. Con il sacco di Costantinopoli perpetrato dai crociati nel 1204, anche i cavalli, già adocchiati da Enrico Dandolo, raggiunsero il territorio della Serenissima. Descritti da Andrea Morosini nel 1627, i cavalli abbandonarono per la prima volta la terrazza della facciata della basilica con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797: la quadriga venne calata dalla loggia il 13 dicembre e l’anno successivo fu trasferita a Parigi, sul monumento simbolo della nuova potenza costituita, l’arco di trionfo del Carrousel tra i giardini delle Tuileries e il palazzo del Louvre. Con la sconfitta di Napoleone, i quattro cavalli tornarono finalmente a Venezia grazie all’intermediazione di Antonio Canova inviato papale.
Con l’incalzare del mostro della guerra, la quadriga dovette affrontare un nuovo trasferimento. “La guerra fu dichiarata la sera del 23 maggio 1915. La mattina del 24 alle cinque, due idrovolanti nemici apparvero sulla città che tutta rosea si liberava appena dagli azzurri veli della notte: e le lanciarono quattro bombe. E una cadde a cento metri da Palazzo Ducale”: così Ugo Ojetti nel suo libello Il martirio dei monumenti.
Il 27 maggio 1915, con l'aiuto dell'esercito, ogni cavallo fu abbassato e ricoverato all'interno di Palazzo Ducale, sistemato tra la Porta della Carta e la Scala dei Giganti e ricoperto di sacchi, fino al novembre del 1917. Con la disfatta di Caporetto si stabilì di trasferire preventivamente buona parte del patrimonio artistico a Roma, con la volontà di salvarlo dalla guerra. La quadriga entrò nel cortile interno di Palazzo Venezia, dove permase fino alla fine della guerra. Tornato a Venezia, a seguito di un restauro nel 1982 si è deciso di ricoverare definitivamente il gruppo nel Museo della basilica.
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