L’opera è dipinta ad olio su tela, con pennellata veloce e vigorosa, spesso materica, ma sempre intensa, dai colori vivaci. Pittura fresca e decorativa, dove il mazzo è composto da fiori comuni e variopinti, margherite, papaveri, gladioli, raccolti disordinatamente in un vaso. Il dipinto si presenta in perfetto stato di conservazione, entro cornice moderna.
Umberto Montini (Milano 1897- Busto Arsizio 1978) Impiegatosi in giovane età presso un laboratorio litografico a causa della difficile condizione economica della famiglia, segue i corsi serali di Brera fino a che, nel 1920, riesce ad iscriversi all’Accademia, dove consegue il diploma in pittura nel 1924 sotto la guida di Ambrogio Alciati. Da quel momento espone con continuità alle mostre della Permanente milanese e alle Sindacali lombarde, affacciandosi alla ribalta internazionale con la partecipazione alle Biennali veneziane (1928, 1930), alla rassegna di Barcellona del 1929 e all’Esposizione Universale parigina del 1937; nel 1938 e nel 1956 saggia anche il mercato sudamericano recandosi in Perù e in Ecuador. Amico dei fratelli Ernesto e Leonardo Bazzaro, coltiva di preferenza la pittura di paesaggio e le vedute milanesi, colte con rapide pennellate nelle brumose atmosfere delle giornate invernali. Significative a questo proposito appaiono le quattro opere conservate alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, una delle quali, Giorno di nebbia, si aggiudica nel 1935 il Premio Sallustio Fornara alla Permanente. Quattro anni prima l’artista aveva primeggiato nel Premio Mylius per il paesaggio storico all’esposizione di Brera.