"Carlo Sellitto- Salomè Erodiate con la testa del Battista (periziato) "
Carlo Sellitto (Napoli 1580-1614)olio su tela, cm 76x102 entro cornice dorata coeva
È questo il caso in cui è opportuno introdurre l’olio su tela in esame, il reperto che si va recensendo, proponente in una bella ma un po’ sofferta cornice dorata coèva, Salomè Erodiade ed Erode con la testa del Battista, seduti come avventori a un tavolo e circondati da altri figuranti atti a trasfigurare un’osteria napoletana del XVII secolo nella reggia del re, muovendo da alcuni cenni biografici del più che indubbio autore, per gli indizi che se ne potranno trarre in merito al suo “fare”. Una pittura che richiama, dunque, nella conduzione talvolta un po’ affrettata come si confà a uno studio preparatorio forse d’un maggiore formato, uno specifico frangente e la sua cultura pittorica, un orientamento linguistico inconfutabile, stante l’indiscutibile presenza di un autore ben noto. L’opera difatti spetta senz’altro a Carlo Sellitto (1580-1614), l’artista che ha assorbito fra i primi in area napoletana la lezione caravaggesca, com’è comprovato nel dipinto ch’è oggetto di queste note critiche. Lo scenario artistico in cui costui si forma ed esordisce – dobbiamo pertanto dire – corrisponde grossomodo a quel momento e quel clima di passaggio tra una tarda maniera e il nuovo naturalismo che, a cavaliere tra ultimo scampolo del Cinquecento e il primo Seicento, avrà infine il suo alfiere nel Caravaggio. Precisamente in quest’empasse va a collocarsi, ma in bilico, il nostro pittore la cui identità corrisponde al secolo al nome di Carlo Infantino, altrimenti noto come Carlo Sellitto per aver adottato, tanto quanto il padre Sebastiano, pittore e indoratore originario di Montemurro (Potenza), il cognome matrilineare dei Sellitto.