Coppia di scontri tra cavalleria
(2) Olio su tela, cm 93 x 123
con cornice cm 101 x 132
La diffusa concezione di dipinti a soggetto guerresco in pendant si colloca nella ricerca di un maggior spettacolarismo visivo; l’iterazione di immagini militari e di scontri storici o di fantasia raggiungeva infatti, nella binata offerta immaginativa, una promessa di massima evocazione.
Nella presente coppia è possibile osservare cavalli che si affannano, si affollano, arruffano le code e spingono su di un ponte là dove la battaglia pare giungere al culmine. La pennellata superbamente sfrangiata dispone destrieri lanciati al galoppo oppure riversi a terra al pari dei loro cavalieri; le figure schizzano come frecce da un angolo all’altro delle tele, rincorse da plumbei fumi rotolanti alle loro calcagna. Un caleidoscopio di dettagli e di cambi improvvisi di colore dimostra l’infaticabile passione dell’artista nell’offrire con sentita cura due ponderate scene guerresche.
La disposizione compositiva, che restringe un manipolo di figure in un punto e spazia mirabilmente verso gli angoli, a restituire cristallini rivoli d’acqua che seguitano il loro percorso indisturbati, nonché il tipico figurativismo, e la riproposizione pedissequa di moduli formali e di determinate espressioni, consente di attribuire i presenti con assoluta certezza a Ciriaco Parmigiani (1641-1704).
Esemplare della scuola parmense del genere delle battaglie, Parmigiani risulta documentato negli archivi anche solo come “Ciriaco”; rifulse entro la cintura artistica di Parma e Piacenza assieme a Francesco Monti, noto anche come il Brescianino dalla città natia (1646-1703), che in uno Scontro di cavalleria oggi conservato presso i depositi dei Musei del Castello Sforzesco milanese pare adottare i modi del Parmigiani. L’artista operò a stretto contatto con Corrado Bergamaschi e Antonio Brambilla, ma se ne distinse per l’originale riempimento indefesso delle sue tele, nelle quali l’espressionismo tipizzante i volti dei cavalieri e la fierezza dei cavalli si accorda sempre ad uno specifico inserimento ambientale. Nella presente coppia, questo è osservabile nelle muschiose rocce che semi-nascondono alla vista i caduti della battaglia, nonché nelle pastose montagne in lontananza e nello spettrale albero che arricchisce uno dei due dipinti.
È possibile confrontare la coppia con numerose Battaglie di cavallerie eseguite dal Parmigiani ed oggi in collezioni private genovesi e bergamasche, nelle quali la disposizione dei militi e il modo di dipingere cavalieri e contesto naturale risultano pressocché identiche.
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