L'opera in esame raffigurante un ampio scorcio del Canal Grande con il ponte di Rialto in lontananza va considerato un prezioso documento pittorico legato all'attività giovanile di Jacopo fabris ( Venezia 1689 – Copenaghen 1761 ).
Quest'ultimo rappresenta ad oggi una personalità piuttosto nebulosa per la storiografia artistica, sebbene, a differenza di altri maestri settecenteschi attivi in laguna, la sua biografia risulta delineata nelle tappe fondamentali.
Le fonti documentarie tramandano un suo spostamento alla volta del nord Europa a partirew dal 1719, anno dell'incarico a pittore di corte a Karlsruhe, dove l'artista si occupa principalmente di eseguire decorazioni ed apparati per il teatro.
Dopo aver abbandonato tale impegno, jacopo è registrato a Amburgo come direttore del teatro dell'opera cittadino che lo vede adoperarsi in una ricchissima produzione scenica ed illustrativa .
Lasciata la città tedesca nel 1730 si trasferische a Manheim ed in seguito a berlino lavorando per Pietro il Grande, amante dell'opera e desideroso di costruirsi magnificenti scenografie.
Dopo un'intensa ed appagante attività presso la corte il fabris intraprende il suo ultimo viaggio iu Danimarca a servizuio di Federico V dove ha modo di spaziare in ambiti diversi giungendo persino ad untrattato di architettura del 1760.
Da quanto abbiamo riferito la produzione vedutistica si colloca marginalmente nell'operatività del maestro veneziano specializzato in apparati teatrali, sebbene la scewnografia rappresenti nel XVIII secolo un arte sorella del paesaggismo e della veduta.
Alla luce di tale premessa il dipintpo in oggetto acquista un illuminante evidenza, poichè documenta la produzione giovanile del Fabris presso il capoluogo Marciano in cui elabora un personale alfabeto pittorico pur modellato da referenti contemporanei.
Nella fattispecie l'attenzione andrà rivolta a bernardo Canal con cvui il nostro artista condivide I giochi luministici assai netti e definiti, oltre alla caratteristica fisionomia delle nuvole, evidenziata dal morassi nel suo fondamentale contributo sull'artista.
In questa sede viene resa nota una veduta autografa del fabris con il medesimo ponte staraordianriamente affine al nostro nella definizione degli ingredienti compositivi, dalle citate nuvole alle macchiette ben tornite, evocatrici di omologhi personaggi trasposti sulla tela da apollonio Facchinetti ma caratterizzate da una coirporatura più solida e tornita.
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Dr. Riccardo Moneghini
Storico dell' Arte