cm 76 x 96
firmato e datato in basso a destra “Bucci Paris 32”
firmato, titolato e datato al retro
Per Anselmo Bucci, osservandone la vita e il percorso artistico, prende corpo la figura di un pittore in continuo movimento, sempre in viaggio, curioso e attento, un artista poliedrico che attraversa e si muove liberamente tra correnti e tendenze, sfuggendo a definizioni che lo possano imbrigliare.
Formatosi all'Accademia di Brera, dove studia con Bignami, Mentessi e Tallone, il giovane Bucci ha modo di incontrare e frequentare Carlo Erba, Carlo Carrà, Romolo Romani e Leonardo Dudreville con il quale condivide lo studio e un’amicizia duratura.
Dopo aver scoperto la pittura internazionale sulle pagine di Emporium, dà seguito al desiderio di ampliare la sua conoscenza intraprendendo nel 1906, insieme a Dudreville e al critico Bugelli, un viaggio a Parigi, dove rimarrà fino al 1914 interessandosi al movimento della vita moderna. Scriverà lui stesso a Boccioni con ironia che gli anni passati a studiare il movimento gli valgono il titolo di “pre-futurista” (Pontiggia 1993, p.23).
Nella ville lumiere conosce Severini, Modigliani, Viani e, più avanti, Picasso, Apollinaire, Dufy, Utrillo. Nel 1909 realizza una serie di incisioni dal titolo Paris qui buge, una raccolta di vedute dall’alto di piazze, vie, mercati, contraddistinte da un segno dinamico e incisivo che rivelano l’attenzione di Bucci per quello che sarà un motivo ricorrente di tutta la sua pittura: la tranche de vie.