Allegoria dell’Italia
Olio su tela 64 x 40
Con cornice, cm 73 x 50
Nel corso dell’Ottocento il fervente clima culturale italiano dominato dall’aspirazione ad un’Italia finalmente unita fece sì che molti pittori italiani produssero delle allegorie, nelle quali il messaggio politico emergesse chiaro nei termini della propaganda e della sintesi popolare di più alti contenuti ideologici. La tela in esame si fa, di fatto, portavoce di tali istanze, proponendo un’allegoria dell’Italia, “popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati”, e del Risorgimento italiano.
La tela è di rara meraviglia non solo per la singolarità e la ricchezza dell’iconografia rappresentata, ma anche per carattere, solennità, fluidità del colore, dei panneggi e per crudezza di linguaggio. L’Italia, ieratica e maestosa, padroneggia al centro la scena: posizionata su di una nube vestita con una tunica bianca e avvolta in un mantello rosso, regge con la mano destra uno scettro, mentre il capo è cinto dalla corona tipica delle raffigurazione antiche dell’Italia Turrita. Il pathos è caricato dalla pennellata avvolgente, dal dinamismo compositivo e dalla luce calda che avvolge la scena e che si sofferma con intensità sul volto. Essa è affiancata da due putti alati che, insieme alle figure semisdraiate in basso possono essere simbolo della fertilità e dei doni che la terra italiana dona al suo popolo.
Sullo sfondo risulta ben visibile la colonna con la Lupa Capitolina, animale che si prese cura dei due fondatori Romolo e Remo, divenendo simbolo della fondazione di Roma, la città eterna.
L’artista sceglie poi di rappresentare un corteo di personaggi e allegorie ben riconoscibile per il pubblico dell’epoca. Da sinistra verso destra si possono identificare, infatti, rispettivamente: Sandro Botticelli; Dante Alighieri, il Sommo Poeta nonché “profeta dell’Unità d’Italia”; Leonardo da Vinci; Giuseppe Parini, letterato impegnato in senso civile e morale; Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia in seguito all’abdicazione del padre Carlo Alberto nel 1848, vestito con abiti militari. A destra troviamo una figura femminile nella quale è possibile riconoscere l’allegoria della Repubblica di Venezia, con il corno ducale, il classico copricapo del doge e lo scudo con il leone, mentre a sinistra viene proposta la Francia di Napoleone, immaginata dall’artista come una donna dai lunghi capelli sciolti cinta da una fascia con il monogramma “N” incorniciato da una corona di foglie d’alloro: Napoleone fu, di fatto, colui che risvegliò in molti luoghi d’Italia il desiderio di indipendenza. Infine, in basso, si scorgono due anziani incoronati con l’alloro, variamente identificati o con i due celebri poeti dell’antichità Omero, colto nell’atto di reggere il bastone ed Esiodo, entrambi incarnazione del mondo antico o come personificazioni dei fiume Tevere e Arno, come sembrerebbero suggerire anche le acque raffigurate.
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