Qua rappresentato vi è uno dei soggetti più cari all'artista ovvero la rappresentazione di mezze figure di santi o filosofi investigati con crudo realismo; qua si evince anche la predilezione del nostro artista per una corposità pittorica più levigata, più morbidamente plasmata e più vibrante.
Lo schema compositivo di questa opera rispecchia fedelmente i precetti dell'epoca con un' impostazione quasi frontale della figura e con la luce concepita nella più stretta tradizione caravaggesca, con una fonte luminosa proveniente da sinistra, che fa risaltare sia la nobile testa che le accuratissime mani contro un fondo scuro, sfumato sulla destra in un alone più chiaro; qua possiamo facilmente notare l'inclinazione e la voglia dell'artista di cogliere nel ritratto il carattere del personaggio e l'attenzione ad una resa emotiva e sentimentale dell'immagine tramite una pittura, che trasuda una profonda umanità e una grande forza morale senza mai giungere ad un formalismo decorativo, dotata sia di grande naturalismo e realismo sia di un forte spirito religioso e di una partecipazione intima e addolorata per un'umanità segnata dall'età e dalla sofferenza.
Analizzando qualche dettaglio dell'opera quali l'epidermica bellezza della materia pittorica sulla fronte corrugata e la raffinata definizione dell'incarnato e delle mani superbamente dipinte a confronto con l'umile abbigliamento possiamo addirittura indirizzare l'opera intorno agli anni 40 del XVII sec. quando Francesco Fracanzano intraprende la strada di un più osservante realismo tipico del suo grande maestro e mentore Jusepe de Ribera, nonostante già si intravedano nuove svolte cromatiche lontane dal suo periodo giovanile quando il rigore naturalistico cede alle lusinghe di una tavolozza pittorica più tenera e ricercata come rivela la condotta più accurata delle varie velature di questo dipinto.
Posso aggiungere che la paternità di questa opera a Francesco Fracanzano non risiede solo nella stesura dell'opera, nei suoi colori e nella sua rappresentazione, ma trova conferma in numerose opere dell'artista stesso dove comunque la sua impronta è nota.
Possiamo ritrovare il medesimo senso artistico presente qui in altre opere del pittore stesso come Il ritorno del figliuol prodigo, Lot e le figlie che si trovano nella cattedrale di Monopoli, il Baccanale del Fogg art museum di Cambridge, il Sileno ebbro presente al museo del Prado a Madrid e l' Ecce Homo ora nella collezione Morton B. Harris a New York.
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