Manifattura di Malines, XVII secolo, Cristo deriso

Manifattura di Malines, XVII secolo
Cristo deriso
Alabastro con lumeggiature dorate, cm 12,5 x 10 
Cornice in legno dorato, cm 21,5 x 19
A differenza della Flagellazione, che solitamente vede il Cristo percosso alla colonna, l’episodio del Redentore deriso comprende diversi altri momenti: nella presente opera, gli sgherri avvicinano infatti Gesù i flagelli, mentre nell’affondo prospettico trovano posto presumibilmente Ponzio Pilato e alcuni giudici farisei, già indicanti la folla che dobbiamo immaginare oltre l’arco in una prefigurazione narrativa della vicenda. La ponderata organizzazione scenografica, scavata ad alto e bassorilievo, sorprende magistralmente nel racconto dei vari piani. L’artista tratta brillantemente l’alabastro, acuendone la superficie levigata con sottili fili dorati. 
Il luogo d’esecuzione dell’opera si riconosce nella cangiante Malines, notoria area di lavorazione artistica di questo prezioso materiale. Città del Belgio centrosettentrionale nella regione di Anversa, questo possedimento passò dal controllo del vescovado di Liegi, feudatario dell’impero germanico, all’influsso borgognone in seguito alla maggiore specificazione della manifattura tessile. Al multipolarismo produttivo e commerciale seguì in sostanza quello culturale, chiaramente soggetto agli influssi più o meno diretti delle nuove realtà economiche. 
Nota anticamente come Mellina o Mechelen, secondo la denominazione olandese, la città fu capitale dei Paesi Bassi quando Margherita d’Austria, reggente per conto del padre Massimiliano I Asburgo, la proclamò quale città di residenza. Divenuta in seguito sede arcivescovile cattolica, Malines rifulse per le ricchezze incamerate grazie ai doppi interventi secolare e religioso. La produzione in alabastro raggiunse l’apice realizzativo tra il terzo quarto del XVI secolo e il 1572, quando il dominio spagnolo strinse in una serrata vittoria le mura cittadine e parve più opportuno, ai maestri della città, dedicarsi al perfezionamento dell’industria tessile con arazzi e tappeti.  
Solitamente le piccole scene quadrangolari racchiudevano episodi della vita di Cristo o scene tratte dall’Antico Testamento. Destinazione prevista per queste formelle potevano essere i grandi retabli destinati ad accogliere differenti raffigurazioni, come dimostrato dall’altare del Victoria and Albert Museum di Londra, appartenente al terzo quarto del XVI secolo ed ospitante, oltre alla formella con la Crocifissione, anche quella con il trasporto del Cristo al sepolcro. Spesso le cornici attorniati le piccole formelle, quando destinate a vendita privata, consistevano tuttavia in pochi centimetri di legno lavorato a pastiglia, successivamente dorata, finemente decorato per incorniciare come un gioiello l’immagine principale. Simile alla presente risulta allora il San Girolamo nel deserto custodito presso la New Art Gallery di Walsall (West Midlands), meno lumeggiato, tuttavia, del presente. 
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