Esaltazione della Croce con i simboli della Passione
olio su tela
84 x 135 cm. – con cornice 98 x 148 cm.
Il dipinto proposto è opera di un pittore napoletano operante agli inizi del Settecento, questo sebbene la composizione tradisca nel contempo l’influenza del classicismo romano imperante alla fine del Seicento, ravvisabile nell’atmosfera serena e disinvolta.
Si tratta di un soggetto molto interessante, precisamente l’Esaltazione della Croce, una festa particolare per la teologia cristiana, in cui si commemora la crocifissione di Gesù con il particolare obiettivo di sottolineare la centralità del mistero della croce.
Vediamo precisamente Gesù, inchinato in segno di preghiera in compagnia di un angelo, mentre una schiera di angeli nella parte soprastante regge i simboli più rilevanti della sua Passione (in latino arma Christi), ovvero gli oggetti che furono usati per la crocifissione.
Tra questi, naturalmente la croce retta dall’angelo maggiore, e poi i chiodi (tre o quattro), la corona di spine, la lancia con cui Gesù fu trafitto, il velo della Veronica (il panno di lino che Santa Veronica utilizzò per asciugare il volto di Gesù durante la salita al calvario, sul quale rimase impresso il volto di Cristo), ed ancora il flagello, la fruste di saggina, la colonna di marmo dove Gesù venne flagellato.
Interessante notare che sulla destra l’autore ha collocato, a fianco dello stesso Cristo, la figura di San Giovanni, il discepolo più amato e che ebbe un ruolo importante nel finale della vita del suo profeta, quindi nel momento della Passione, della morte e della glorificazione di Cristo.
L’opera è perfettamente ascrivibile, in particolare, alla bottega del partenopeo Giovan Battista Lama (Napoli, 1673 – 1748), la cui iniziale formazione pittorica avvenne con Luca Giordano, per poi accostarsi in modo sempre più diretto ai modi di Paolo de Matteis, tanto che nel passato a quest’ultimo sono state attribuite alcune opere oggi con certezza assegnate al Lama, data le somiglianze, sia stilistiche che compositive, tra i due piuttosto marcate.
I due pittori avevano inoltre un legame di parentela (avendo il nostro pittore sposato Nunzia Perrone, appunto cognata di De Matteis), che li portò ad una vicinanza stilistica durevole nel tempo. L’abilità di Lama, che gli fece ottenere un grande successo, fu dunque quella di essere in grado di recepire la solennità di Solimena, la matrice classica del marattismo romano e plasmare il suo bagaglio giovanile legato al De Matteis e Luca Giordano.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto completo di una piacevole cornice laccata ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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