Icona della Vergine di Kazan
Tempera su tavola, cm 43 x 35
L’icona cosiddetta della Vergine di Kazan risale al 1552, quando lo zar Ivan il Terribile condusse vittorioso una campagna bellica contro i Tartari; la capitale del Khanato tartaro era Kazan’, e in ricordo dell’impresa i russi concepirono una nuova icona mariana come ex-voto che nominarono come la città appena convertita al cristianesimo ortodosso.
L’invenzione e la particolare affezione da parte della cultura russa delle icone mariane è da far risalire all’altezza del XV secolo, quanto l’impero bizantino di Costantinopoli cadde in mano turco-ottomana (29 maggio 1453). La Russia iniziò pertanto a considerarsi Terza Roma e legittima continuatrice dell’eredità dell’impero orientale ormai non più esistente.
L’icona recepisce la lezione iconografica delle antiche eikones bizantine, mostranti sempre la Vergine con il Bambino atteggiati variamente in un gesto di benedizione. I tipi delle icone mariane si differenziavano in Vergine Odighitria, “che mostra la via corretta”, ossia il Figlio (mentre lo indica con l’indice), Aghiosoritissa, ossia la Madonna delle Suppliche raffigurata da sola e con un rotolo di preghiera, ed infine Eleousa, della Misericordia, ritratta mentre dimostra un sentimento più teneramente trasportato. Nella presente icona l’antico ricordo bizantino si fa ben evidente non solo nell’orientale maphorion della Vergine, ma soprattutto nell’abito del Bambino, rivestito del loros bizantino, veste di punta degli imperatori. Accanto al nimbo della Vergine sono i due acronimi a lettere greche Mather Theou, ossia ‘Madre di Dio’. I preziosi ricami intagliati in racemi, volute e finissimi decori geometrici diffusi sull’intera altezza della tavola accentuano la preziosità della tempera.
Le icone specificatamente mariane, che a differenza delle altre figuranti santi erano state in un primo momento pensate proprio per soddisfare la richiesta di protezione degli imperatori, rinnovano nella presente opera la propria funzionalità, convertendola non più alla protezione dei porfirogeniti, ma a quella individuale del singolo fedele.
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