Marina in Tempesta
olio su tela, cm 47 x 68
La tela presa in esame per rimandi stilistici e di composizione può essere attribuita alla mano del pittore Francesco Fidanza (1749-1819).
Per alcuni nato a Roma, per altri a Città di Castello, Francesco Fidanza è il figlio primogenito di Filippo e fratello di Giuseppe, entrambi pittori. Fidanza è soprattutto noto per i suoi paesaggi e le sue marine, che riscossero molto successo sia in Italia che a Parigi. Sul finire del secolo si trasferì nella capitale francese dove viene fortemente influenzato di Vernet e Lacroix. Questo presupposto influì sulla impeccabile elaborazione formale della sua produzione, contraddistinta dal superamento del paesaggio classico anticipando soluzioni di gusto illuminista e romantico. Qui espone alcuni paesaggi al Salon del 1801 (Tempo di neve, Chiaro di luna) e a quello del 1804 (Una nevicata, conservata nella Galleria d’arte moderna di Milano). Tornato in Italia trascorre l’ultimo decennio di vita a Milano ottenendo la protezione del viceré Eugéne de Beauharnais, a cui inviò quattro Paesetti da lui dipinti e lavorando per il marchese Melzi d’Eril. La protezione del Beauharnais offrì a Fidanza la commissione per le vedute dei “principaux ports du Royaume”: l’intenzione del viceré era quella di avere una documentazione visiva analoga a quella realizzata da C.J Vernet, con la serie di 15 porti, realizzati per il re di Francia Luigi XV. L’impresa non fu portata a termine da Fidanza che dipinse solamente sei vedute conservate oggi in diversi musei lombardi.
Il dipinto in esame raffigura una splendida marina con scena di tempesta e naufragio, dove il mare burrascoso ha trascinato la nave contro gli scogli e la spiaggia si anima delle piccole figure dei marinai scampati alla violenza della natura. Oltre l'acqua, sulla riva opposta, si scorge una città e un porto reso con una pennellata di grande raffinatezza che sfuma in lontananza insieme allo sfondo, conducendo l'occhio dell’osservatore verso l’orizzonte privo di nuvole.
L’abilità del Fidanza sta nel saper cogliere effetti metereologici improvvisi, dove le nuvole temporalesche e le potenti mareggiate si dissolvono in un ambiente sereno e luminoso; dove le piccole figure, realizzate con tocchi veloci, sono in balia di una natura grandiosa e impetuosa. Le sue atmosfere sono irrequiete, ricche di contrasti di colore e luce, quasi materiche.
L'opera può essere confrontata con un paesaggio marino passato sul mercato antiquario milanese qualche anno fa, dove è riconoscibile una simile composizione: il mare in tempesta in primo piano con naufraghi alla deriva, un faro e un porto in secondo piano, le nuvole che da tempestose si aprono in uno scorcio sereno.
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