Donna con scaldino
Olio su tela, cm 76 x 59
Nato nel XVII secolo a Clusone, in val Seriana nella provincia di Bergamo, Antonio Cifrondi dipinse un gran numero di opere alternando il sacro al profano, con uno stile tardo-barocco. È a Bologna verso il 1673, dove fu allievo di Marcantonio Franceschini (un’eco di questa frequentazione può essere riconosciuta nel David e Golia della Camera dei Deputati), nel 1679 la sua presenza è documentata a Roma, poi forse a Napoli, a Torino ed in Francia tra Grenoble e Parigi, venendo in contatto con la pittura dei grandi maestri del passato, ma anche con le esperienze dei contemporanei. Tornato in patria intorno al 1686, operò febbrilmente fino alla fine dei suoi giorni nel territorio bergamasco, con uno stile riconoscibile per l’uso vivace del colore, la rapidità della pennellata, i caratteri marcati e quasi macchiettistici dei personaggi. Nella seconda parte della sua attività, a partire dai primi anni del Settecento, la tavolozza si fa più povera. Questa tipicità della produzione caratterizza anche l’ultima fase della produzione di Cifrondi, che vede il pittore attivo a Brescia dedicato soprattutto a raffigurare pitocchi, secondo modelli molto vicini a quelli del giovane Todeschini.
L'anziana donna qui ritratta trapela una forte espressività, essa è raffigurata mentre si scalda le mani all'interno di un manicotto di pelo. Il dipinto si caratterizza per una pittura dalle tonalità calde, impreziosita da sottili passaggi e morbide sfumature. La figura emerge dallo sfondo scuro ed uniforme con un gioco di luci ed ombre che valorizzano alcuni particolari della sua figura.
La protagonista è ritratta attraverso una sensibilità che si traduce nella trasposizione di un gesto dal sapore veristico, come quello di riscaldare le mani. Spesso all’interno dei dipinti di Cifrondi si possono trovare immagini di uomini e donne anziani o di persone ritratte durante il lavoro. La caratteristica principale di questi suoi personaggi è che nessuno di questi ride o sorride: le uniche eccezioni riguardano l’autore stesso nei suoi due autoritratti.
Una peculiarità del suo modus operandi era data dalla rapidità di esecuzione, resa possibile grazie alla naturalezza ed alla facilità con cui eseguiva le opere. Questa permise l’esecuzione di un gran numero di dipinti, sparsi nelle province di Bergamo e Brescia. Il pittore raggiunse una notevole notorietà, tanto da diventare tra i più richiesti della zona.
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