"Pastello di Fausto Vagnetti XX secolo"
Nacque ad Anghiari, in Alta Val Tiberina, e ad Anghiari resterà legato per tutta la vita. Vieni alla luce di ciò che vedi nella Sala del Sindaco, all'interno del Palazzo Pretorio d'Anghiari. Il figlio Luigi fu architetto e accademico. All'età di 17 anni, nel 1893, si trasferì a Roma dove fu allievo di Filippo Prosperi presso l'Istituto di Belle Arti di via Ripetta. Prendete tutte le informazioni e poi dopo studiate in Piazzale Ponte Milvio, in un antico edificio che era anche ristorante, ufficio postale e cambio cavalli. Entrò in contatto con artisti, poi Duilio Cambellotti e Mario Sironi e con il critico d'arte Piero Scarpa. Dal 1908 insegnò disegno e ornamento architettonico alla Facoltà di Ingegneria di Roma. Dal 1912 ricoprì la cattedra di disegno di figura presso l'Istituto di Belle Arti di Roma; sempre nel 1912 fu chiamato a insegnare prospettiva e scenografia al Museo d'Arte Industriale di Roma. Nel 1913 sposò Rosalia Pittaluga. Dal matrimonio nascono Luigi (Gigi), Corinna e Maddalena (Nenella). Tra tutti i membri della sua famiglia fu Fausto Vagnetti a realizzare il ritratto. Durante la guerra lavorò come disegnatore tecnico presso le acciaierie di Terni. Dal 1920, anno di fondazione di questa facoltà universitaria, ha ricoperto la cattedra di disegno modello presso la Facoltà di Architettura di Roma, che mantenne per trentacinque anni. Nei suoi manuali di disegno prospettico emerge tutta l'attenzione che dedica allo studio dello spazio e della prospettiva, con una ricerca precisa sui vuoti e sulla luce. È morto improvvisamente a Roma, nel suo ufficio. Studioso di tecniche visive, maestro nel disegno, dipinge prevalentemente ad olio e pastello. Dopo un primo periodo, in cui unisce le esperienze di Émile Claus e Georges Seurat, pratica un personale divisionismo, dove finezza di tocco e conoscenza cromatica si uniscono a una sorprendente capacità di rappresentazione.
Tra le sue opere principali figurano paesaggi monumentali, come Tra le querce del 1915, Tramonto sul Palatino del 1924, ritratti di profonda finezza psicologica, come quello di Giovanni Giolitti, del 1928 - una delle rare rappresentazioni esistenti dello "statista"; Anima gentile, 1923; L'ingegner Dino Chiaraviglio dal 1934; My Blind Mother del 1938 e grandi composizioni di carattere familiare e sociale, come Proletarian Riots del 1904, Ancient Pain del 1921 e Sosta Dolorosa del 1948.
Nel 1922 realizza tre grandi ritratti dei sovrani d'Italia, per il Palazzo del Governo a Zara, e nel 1923 un trittico francescano nella chiesa di San Polo nel comune di Caprese Michelangelo 1923. Nei quindici anni successivi realizza la sua evidente avversione al Regime con l'esclusione dalla scena artistica, dove riapparve solo nel 1945 e nel 1948 alla Quadriennale di Roma.
Nel 2004 sono state inaugurate due mostre antologiche postume, a cinquant'anni dalla sua morte, ad Anghiari, sua città natale, e a Roma, ospitate dal Ministero per i Beni Ambientali e Culturali, presso l'Istituto San Michele a Ripa. il pastello su carta è stato realizzato con la tecnica divisionista .anni 1920/30 circa